I-Taki Maki approdano sulla tv di Stato. La band composta da StrAw e da Mimmi (al secolo Maria Mazzocchia, volto della nostra rassegna settimanale insieme a Vittoria Lolli) è stata protagonista di un episodio di “Casa Italia“, il nuovo preserale di Rai Italia per gli italiani nel mondo.
Il servizio è stato realizzato da Jesus Garces Lambert, il regista del film su Kobe Bryant “Kobe – Una storia italiana” (2022) e ripercorre la storia di una band che noi del Mitte teniamo d’occhio da tempo. Abbiamo sempre apprezzato, infatti, il linguaggio e la sperimentazione di questo duo originale e talentuoso, che negli anni abbiamo spesso seguito e recensito.
Leggi anche:
Vivere di musica in Germania è possibile? Intervista con I-Taki Maki
I-Taki Maki in Rai: dall’Italia a Berlino, dalla rinuncia alla musica
L’episodio di “Casa Italia” ripercorre la storia di Luca-StrAw e Maria-Mimmi, arrivati a Berlino nel 2015. In Italia, Mimmi ha lavorato come sociologa per diversi anni, ma dopo il trasferimento nella capitale tedesca, la dimensione artistica è diventata prevalente. I-Taki Maki sono la sua prima band, ma è diventata subito “definitiva”. StrAw ha militato invece in diversi progetti musicali, in passato, e aveva addirittura deciso di smettere di suonare. Poi Mimmi ha fatto il miracolo, riportandolo “sulla retta via”.
“Con lei è iniziata quasi per gioco, si è messa dietro alla batteria e dopo qualche mese abbiamo registrato il nostro primo disco” commenta StrAw nel servizio.
Una coppia sul palco e nella vita: la magia della combo
Il progetto nasce principalmente per via del legame tra i due, coppia anche nella vita, oltre che sulla scena. Anzi, il rapporto personale rende speciale la collaborazione sul palco e in sala, mentre il legame artistico rinforza anche la relazione umana, in uno scambio perfetto tra musica, arte e chimica.
Nel servizio si parla del perché I-Taki Maki abbiano lasciato l’Italia (“la vita di provincia non è così facile, quando si vuole fare musica”) e abbiano scelto Berlino. Città che, nonostante gli alti e i bassi, è ancora considerata la “metropoli accessibile” d’Europa.
Senza contatti, hanno costruito la “loro” rete: dal busking ai tour
Arrivati nella capitale tedesca senza avere contatti e senza conoscere la lingua, né la scena berlinese, I-Taki Maki hanno con il tempo costruito la loro rete, con determinazione e filosofia post-punk. “È stata molto dura all’inizio” dichiara Mimmi, ripercorrendo la strada che pian piano li ha portati a trovare i primi ingaggi, i primi concerti.
“L’esperienza più interessante è stata quella del busking”, racconta, rievocando le loro esibizioni per le strade di Berlino. “Non mi aspettavo fosse così formativo osservare le reazioni del pubblico, quello spontaneo, che si trova a passare” commenta, rivelando l’indole della sociologa. Con il tempo sono arrivati i tour, che li hanno portati a suonare, da Berlino, in tutta Europa. Sempre con lo stesso amore per la musica e con la stessa sintonia, ma con crescente successo.
“Anche sul palco, dobbiamo guardarci negli occhi”
StrAw spiega che durante i concerti, I-Taki Maki assumono, più o meno, sempre la stessa posizione: lui a destra, Mimmi a sinistra. È un’altra, però, la vera costante: “Dobbiamo guardarci negli occhi, Anche sul palco ci sentiamo uniti”.
Mimmi rincara la dose. Spiegando quanto sia fondamentale il contatto con il pubblico, aggiunge però che la sensazione che non va mai via, neanche in sala prove, quando il pubblico non c’è, “è quella della connessione con la musica e con Luca”. Chi li ascolta percepisce perfettamente questo contatto, “questo filo diretto” tra i due, per usare le parole di Mimmi.
And now what?
Il futuro prossimo di questo duo alt-rock è indubbiamente a Berlino. Al momento sono al lavoro su qualcosa di nuovo, su cui c’è ancora riserbo totale. Potete però scoprire qui tutta la produzione precedente. E potete guardare qui la puntata di “Casa Italia”, andata in onda su Rai Italia.
Per quanto riguarda i progetti a lungo termine, invece, Luca-StrAw dice semplicemente: “Non posso che sperare che anche la musica che condividiamo possa continuare. Fino all’infinito”. Il resto è ancora tutto da scrivere. E Il Mitte di sicuro non resterà a guardare!
P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!