Gli ospedali di Berlino stanno sperimentando una crisi legata prevalentemente alla saturazione dei posti letti.
A farne le spese sono ovviamente i pazienti, tra i quali un pensionato, che recentemente ha aspettato ben 48 ore prima di poter essere ricoverato
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Nella capitale tedesca, gli ospedali fronteggiano già da tempo diversi problemi: carenza di personale, mancanza di fondi e un crescente numero di casi di malattia tra medici e infermieri (quest’ultimo problema riguarda soprattutto la clinica Vivantes, come dichiarato da un portavoce).
A causa di questa combinazione di fattori, non è semplice gestire la situazione. Per questa ragione, mercoledì la Charité ha annunciato la sospensione di tutte le procedure chirurgiche elettive, cioè non direttamente funzionali alla sopravvivenza del paziente. La sospensione sarà effettiva da lunedì e durerà fino alla fine dell’anno. Sottolineando il suo rammarico, un portavoce ha aggiunto che tale misura si è resa indispensabile per garantire un intervento tempestivo ed efficace “in caso di operazioni legate a patologie tumorali critiche, ictus, attacchi cardiaci, trapianti o altre emergenze”.
Pensionato di 71 anni aspetta 48 ore per un ricovero
A fare le spese di un rallentamento generale dei servizi garantiti, intanto, è stato un pensionato di 71 anni. L’uomo, che ha un quadro clinico aggravato da un principio di demenza senile, lunedì è caduto sul suo balcone, restando al freddo per circa due ore. I vigili del fuoco lo hanno portato all’ospedale Dominikus, dove si presume che sia stato visitato. Per carenza di posti disponibili, è stato quindi riportato a casa in ambulanza, dove però si è verificata una nuova emergenza.
Il 71enne è infatti caduto di nuovo, riportando una ferita all’occhio e degli ematomi, oltre a respirare a fatica e ad accusare dolori alla schiena e alla cassa toracica. Il pensionato è stato a quel punto portato al pronto soccorso della Clinica Virchow della Charité, intorno alle 18:00. Qui, l’uomo ha aspettato quattro ore, insieme ai suoi familiari. Alle 22.00 un medico gli ha visitato l’occhio ed è stato effettuato un tampone per il Covid, risultato positivo.
Solo a mezzanotte, il 71enne è stato condotto in un’area di degenza interna al pronto soccorso, ma il ricovero effettivo dell’uomo è avvenuto solo alle 18.00 del mercoledì, parliamo quindi di 48 ore dopo l’arrivo al pronto soccorso. Non solo all’interno della clinica non si è trovato prima un posto libero, infatti, ma non è stato possibile individuarne uno neanche in un’altra struttura
Il portavoce della Charité parla di “notevoli tensioni”
Il portavoce della Charité ha dichiarato a BZ, che ha riportato la vicenda, che l’ospedale è attualmente sottoposto, come tutte le altre cliniche cittadine, a “notevoli tensioni”. Per diverse settimane i reparti sono rimasti saturi e i trasferimenti in altri ospedali risultano spesso difficili.
Riguardo al caso specifico ha però dichiarato che il paziente sarebbe stato assistito “in modo adeguato”. La figlia, comprensibilmente scossa, ribadisce tuttavia che “certamente la condizione non era di pericolo di vita, ma si trattava comunque di un’emergenza”.
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