Martedì il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato di voler evitare nuovi tipi di dipendenza economica da potenze straniere. Il riferimento diretto è alla Cina e a questo proposito l’esponente dell’SPD ha dichiarato che la Germania non ha più intenzione di commettere l’errore commesso in passato con la Russia.
La dichiarazione di Scholz è arrivata martedì, a margine di un forum economico ospitato dal quotidiano Süddeutsche Zeitung e che peraltro rifletteva le preoccupazioni delle industrie tedesche sul punto. “Con la Russia abbiamo visto cosa significa diventare dipendenti da una risorsa strategica come il gas” ha chiarito Scholz, aggiungendo che l’errore commesso nel creare una dipendenza energetica dalla Russia “non si ripeterà”.
Il governo tedesco vuole limitare la dipendenza da Pechino: “Non si ripeterà l’errore commesso con la Russia”
La cessione a Pechino di una quota del porto di Amburgo e le voci sulla possibile cessione di Elmos a un gruppo cinese, hanno stimolato una domanda ineludibile: la Germania non ha imparato niente dalla dipendenza dal gas naturale russo, incentivata per anni e ora considerata apertamente un errore da molti ex esponenti del governo? Proprio recentemente, a questo proposito, è arrivato il mea culpa di Schäuble, che ha apertamente stigmatizzato le scelte che in passato hanno legato Berlino alla Mosca di Putin, “Siamo stati ciechi” ha detto a questo proposito.
Leggi anche:
Wolfgang Schäuble e il mea culpa sulla Russia. Merkel? Presto per dire se rientri fra i grandi cancellieri
Robert Habeck: limitare le garanzie sugli investimenti per chi fa affari con la Cina
Per scongiurare che qualcosa di simile si possa verificare anche in rapporto alla Cina, stanno arrivando dichiarazioni rassicuranti anche dal ministro dell’economia Robert Habeck (Verdi), che martedì ha dichiarato che limiterà le garanzie sugli investimenti per le aziende che fanno affari con la Cina. Questo vuole essere, nelle parole del ministro, come “forte incentivo alla diversificazione”. Sempre Habeck, inoltre, ha recentemente aggiunto che “ci sarà un limite massimo per gli investimenti in un determinato Paese”, identificato al momento con una cifra di 3 miliardi di euro (3,1 miliardi di dollari).
Intanto, una bozza del governo tedesco sull’argomento sarebbe arrivata nelle mani della stampa e confermerebbe l’intento della Germania di chiedere legami più forti con altre economie e maggiori controlli sul commercio con la Cina. L’agenzia di stampa Reuters ha invece citato un rappresentante del mondo dell’imprenditoria, che contesta il tono del documento. Secondo la sua valutazione, rischierebbe infatti di danneggiare le relazioni delle industrie tedesche con Pechino.
La reazione di Pechino: “Politicizzare il commercio è contrario ai principi del mercato”
Intanto, sempre nella giornata di martedì, il ministero degli esteri cinese ha emesso un comunicato in cui si avverte la Germania del fatto che erigere barriere protezionistiche potrebbe destabilizzare le catene di approvvigionamento. Nel comunicato si dichiara anche che “politicizzare il normale commercio economico” sarebbe “contrario ai principi dell’economia di mercato”.
P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!