Gassi elettrico! Berlino, Elektropolis e la nascita della Siemens

di Paolo Brasioli

Di Merlin, Elena e Paolo Brasioli. Disegni di Paolo Brasioli

Oggi, meine Freunde, Gassi … con la scossa! No nessun gioco pericoloso ad alto voltaggio con interruttori o spine! Vediamo allora di che si tratta. Come sappiamo tutti, per molti berlinesi di ieri, l’Anhalter Bahnhof era la “porta del sud”, da dove ad esempio il “Riviera-Naples-Express” aveva il suo punto di partenza e arrivo. Era quindi questa una zona di Berlino connessa al mondo e destinata, in qualche modo anche ad esportare, nei decenni dell’800 fino ai primi del ‘900, la vita, e l’imprenditoria berlinese di alto livello e specializzazione, nel mondo intero! Ed ecco che proprio nelle vicinanze, qui intorno, “é scoccata una scintilla”. Un qualcosa di molto importante ha visto la luce. Un primo piccolo passo é stato compiuto. Infatti Ernst Werner von Siemens (1816-1893) fonda, appena trentenne ed al fine di migliorare la tecnologia ed il funzionamento del telegrafo, la società Telegraphen-Bauanstalt von Siemens & Halske, insieme con il meccanico di precisione Johann Georg Halske (1814-1890).

di Paolo Brasioli

Le origini della Siemens: basi per una “città elettrica”

Il tutto prende il via il 12 Ottobre 1847, in un semplice, umile cortile sul retro di un edificio, vicino alla grande stazione ferroviaria. E così in pochi anni, la piccola officina dell’edificio si trasformò in una società importante e diede un contributo decisivo allo sviluppo di Berlino come “Elektropolis”, conosciuta ed apprezzata a livello mondiale, proprio negli anni dello speciale sviluppo tecnologico, industriale ed economico di quei gloriosi tempi!

Le tracce del sorprendente inizio di questa storia, lunga ad oggi ben 175 anni, di sicuro successo e prestigio (ad oggi l’azienda conta quasi 385 mila dipendenti ed un fatturato annuo di oltre 80 miliardi di Euro!) sono ancora presenti qui, si possono sentire ed apprezzare nell’aria, anche se ovviamente la Siemens non risiede più da queste parti!

Quindi, più o meno dove si trova oggi il box dell’ascensore per la stazione sotterranea della S-Bahn Anhalter Bahnhof, nell’area del giardinetto con le aiuole piene di profumate roselline bianche, si trovava la casa originale di Schöneberger Straße 33, poi definitivamente demolita ai tempi della costruzione del tunnel nord-sud per la S-Bahn negli anni ’30. Eretto nel 1842, fu uno dei primi edifici del quartiere proprio davanti all’Akzisemauer, la barriera doganale che cingeva la città tra il 1734 ed il 1860.

La crescita e il successo: nuovi edifici che raccontano la storia di un’impresa

In breve tempo, vista l’intensa attività, la capacità operativa dell’officina al 1° piano non era più sufficiente e nel 1852 la produzione si trasferì in una nuova sede in Markgrafenstrasse, più verso Mitte. Contemporaneamente alla posa della prima pietra per la successiva famosa Siemensstadt a Spandau, Siemens fece comunque anche un importante ritorno alla originaria Anhalter Bahnhof.

Tra il 1899 e il 1901 fu costruito un nuovo edificio amministrativo per la direzione aziendale e il dipartimento di pianificazione di Siemens. Progettato dall’ingegnere Karl Janisch (1870-1946), allora capo del dipartimento edile della Siemens, l’edificio arrivava in profondità nell’isolato, ma aveva solo una facciata sulla strada che era relativamente stretta. Quando la sede centrale si è trasferita a Spandau, l’edificio è stato venduto alla Accumulator Fabrik AG, di cui Siemens e AEG detenevano azioni. Nonostante la concentrazione di sedi Siemens a Spandau, la società non voleva separarsi dall’attraente ed iconico indirizzo vicino alla storica ed internazionale stazione ferroviaria di Anhalter, e vicino tra l’altro al quartiere del governo.


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E così, tra il 1914 e il 1915. fu costruito un nuovo edificio amministrativo sulla proprietà in Schöneberger Strasse ai civici 3 e 4, proprio di fronte alla sede originale dell’azienda. Oltre all’ufficio di Carl Friedrich von Siemens (1872-1941), la Haus Siemens ospitava anche uffici tecnici e diverse sale espositive e di vendita. Il progetto per la casa Siemens venne curato sempre da Karl Janisch, sebbene anche l’architetto Hans Hertlein (1881-1967) sia considerato autore del progetto architettonico. Egli infatti ha diretto il reparto costruzioni della Siemens. Nel 1929/30 l’amministrazione l’immobile è stato integrato da un fabbricato di ampliamento sulla proprietà limitrofa. In contrasto con la facciata neoclassica dell’edificio originale, il nuovo edificio di Hans Hertlein è stato progettato in uno stile più funzionale e moderno.

La guerra e l’addio (parziale) a Berlino

Durante la seconda guerra mondiale, la casa Siemens fu gravemente danneggiata in più parti ed anche parzialmente bruciata. Fu riparata nel 1947, ma la situazione politica globale postbellica fece sì che Berlino perdesse sempre più importanza come luogo industriale. Come molte altre grandi aziende, anche la Siemens trasferì la propria sede in Baviera, precisamente a Monaco ed a Erlangen, concentrando le attività rimanenti a Berlino, e ovviamente nella Siemensstadt a Spandau. Le unità immobiliari vennero via via vendute. Cosi dal 1996 l’edificio è rimasto vuoto e avvolto in uno scenario solitario e silenzioso.

La riunificazione

Ma poi con la riunificazione tedesca, Askanischer Platz e i suoi dintorni sono tornati ad essere al centro vitale di Berlino. E così l’Hotel è stato aperto nel 2004 in questa nell’ex edificio Siemens. E la sede della redazione del quotidiano Der Tagesspiegel, che è il quotidiano più venduto nella capitale tedesca, con diffusione soprattutto nei quartieri occidentali, ha preso sede in parte di questo palazzo storico fin dal 2009.

Una ristrutturazione rispettosa della storia

Nella progettazione della ristrutturazione dell’edificio, è stata prestata naturalmente particolare attenzione alla sua storia. Esternamente il deciso bugnato in pietra e le ampie finestre con classiche eleganti cornici caratterizzano l’edificio! Nel portale a destra, nella cancellata in metallo sono presenti le iniziali “S” ed “H”, che ci ricordano i due fondatori, Siemens e Halske, ed in bassorilievo in pietra, al centro dell‘architrave, è rappresentato un palo di telegrafo! Negli interni, tra le altre cose, le ex camere di rappresentanza, conferiscono oggi all’hotel a quattro stelle un’atmosfera speciale, intrisa di storie importanti! C’è anche uno stretto contatto culturale con il Museo tedesco della tecnologia e ovviamente con l’Archivio Siemens di Monaco.

di Paolo Brasioli

Inoltre, in qualche modo, allo stesso tempo questo Hotel continua, fiero e possente com’è, la tradizione dell’ospitalità del quartiere, come pure l’altro hotel dall’altra parte della spianata, realizzato nell’ex ufficio postale SW11. Infatti questa area era caratterizzata, nel glorioso e vivace passato, dalla presenza di numerosi rinomati hotel, tra i quali il famoso, lussuosissimo e grandissimo per l’epoca, Hotel Excelsior, proprio di fronte alla stazione!

Quindi, ripeto sapendolo, dato che non c’è traccia o testimonianza palese da queste parti di questa storia, frequentando questi luoghi si può avvertire “elettricamente nell’aria”, tra le profumate roselline bianche, questa fantastica avventura di scienza, tecnologia ed imprenditoria ai massimi livelli internazionali! Sehr interessant oder!? Tschüss

L’autore: Architetto Paolo Brasioli – Quattro | architectura

Provenendo da una famiglia di artisti veneti, Paolo Brasioli è stato influenzato presto dal ricco patrimonio culturale e artistico italiano. Fondamentale è stata l’influenza di suo padre, Alfredo Brasioli, rinomato fumettista, illustratore e grafico italiano.

Il suo lavoro fino ad oggi si è concentrato sulla costruzione di hotel di alta qualità e sull’interior design per abitazioni, hotel e strutture di gastronomia e benessere, così come sulla creazione di mobili, lampade, accessori e arte.

Ha lavorato con rinomate compagnie e gruppi alberghieri come Best Western, Crowne Plaza, Falkensteiner, Hilton, Hyatt, Le Meridien, Leonardo Hotels, Marriott, NH Hotels, Rocco Forte Hotels e Sheraton. Molte delle sue creazioni sono state esposte in rinomate fiere d’arte e di design.

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