Freno al prezzo del gas: ecco la proposta della commissione di esperti

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La commissione di esperti convocata dal governo tedesco per discutere delle possibili risposte alla crisi energetica ha presentato diverse proposte per contenere i prezzi del gas, per ridurre gli effetti della crisi su famiglie e aziende. Dopo una riunione durata diverse ore, la commissione ha annunciato in un comunicato stampa di concordare sull’idea di un freno al prezzo del gas. I presidenti della commissione Siegfried Russwurm, capo della Federazione delle industrie tedesche (BDI), Michael Vassiliadis, capo dell’Unione industriale mineraria, chimica ed energetica (IG BCE), e Veronika Grimm, esperta di economia, hanno presentato le prime conclusioni del confronto sulle diverse alternative disponibili.

Freno al prezzo del gas in due fasi: a dicembre e in primavera

Quanto all’applicazione pratica del cosiddetto Gaspreisbremse, i dettagli non sono ancora disponibili e il governo dovrà valutare le proposte degli esperti, ma, secondo quanto riportato dallo Spiegel, è possibile individuare alcune linee generali. Si tratterebbe di un processo di due fasi. La prima, ipotizzabile per il mese di dicembre, vedrebbe lo Stato farsi carico dell’anticipo una-tantum che dovrebbe interessare tutti i clienti dal profilo di consumo standard. I fornitori di energia, che dovrebbero riscuotere l’anticipo, rinuncerebbero così a effettuare il prelievo a carico dei consumatori e verrebbero rimborsati dallo Stato. Questo primo step avrebbe lo scopo di compensare gli elevati acconti previsti per gennaio e febbraio 2023.

Il secondo step, previsto invece per la primavera, prevederebbe l’introduzione di un cosiddetto “modello di compensazione”, per cui una parte della bolletta del gas verrebbe pagata a un prezzo agevolato e l’altra ai prezzi di mercato (quindi, si presume, considerevolmente più elevati).

La Commissione ha dichiarato lunedì mattina l’intenzione di proporre un prezzo fisso di 12 centesimi per kilowattora per i clienti privati e commerciali. Inoltre, l‘80% del consumo dell’anno precedente dovrebbe essere sovvenzionato dallo Stato per poter essere erogato a prezzi ridotti. Gli sconti dovrebbero essere resi progressivi dalla tassabilità dei benefici, così da favorire le famiglie a basso reddito. In parole povere, le fasce sociali più svantaggiate godrebbero di vantaggi economici più consistenti rispetto alle famiglie più abbienti.

Per i consumi industriali, invece, la commissione ha individuato una quota pari al 70% dei chilowattora da distribuire a un prezzo fisso di 7 centesimi a partire dal primo gennaio del prossimo anno. La base di calcolo è il prezzo di mercato al netto degli oneri e delle imposte (mentre, nel caso dei clienti privati, il prezzo è calcolato considerando anche le imposte).


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Per gli esperti il freno non basta: occorrerà comunque ridurre i consumi

L’idea dietro a questo sistema a doppio binario ha a che fare con la necessità di incentivare comunque il risparmio, che, sempre secondo gli esperti, si renderà comunque necessario per scongiurare una crisi della distribuzione. Di conseguenza, la commissione vuole utilizzare il freno al prezzo del gas come strumento di sollievo per evitare che il consumo indispensabile di famiglie e imprese, quello che si rende necessario per la gestione quotidiana della vita domestica e delle attività produttive, non diventi motivo di gravi difficoltà economiche per il consumatore. Allo stesso tempo, però, cercando di differenziare le tariffe applicate, si spera di spingere gli utenti a utilizzare il gas con maggiore parsimonia.

Secondo un primo calcolo, sicuramente approssimativo, l’intera manovra potrebbe aggirarsi intorno ai 90 miliardi di Euro – all’interno, quindi, del budget di 200 miliardi che il governo ha detto di voler allocare per aiutare il Paese a uscire dalla crisi.

Ulteriori incontri della commissione sono stati programmati per il 17 e il 24 ottobre e i risultati finali delle consultazioni dovrebbero essere disponibili entro la fine del mese.

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