“Questo è il mio paese e tu sei ospite!” Bufera sulla polizia di Berlino per gli insulti xenofobi
Una tempesta di critiche ha investito la polizia di Berlino dopo la diffusione di un video nel quale si sente chiaramente un agente rivolgersi in modo xenofobo a una donna. Il video, il cui contenuto potrebbe risultare disturbante per i toni e il contesto, è stato condiviso dal politico di Die Linke Ferat Koçak. Nei 53 secondi di girato, si vedono due agenti di polizia in un appartamento. Davanti a loro c’è un uomo con le mani legate dietro la schiena. seduto su un divano. Una donna si lamenta della presenza degli agenti, mentre in sottofondo si sente il pianto insistente di un bambino. Uno degli agenti intima alla donna di uscire e, quando la donna replica “Questa è casa mia!” il poliziotto risponde “Questo è il mio Paese e tu qui sei ospite!” (“Das ist mein Land und du bist hier Gast”).
“Questo è il mio Paese” “Non mi toccare” “Ti porto in galera”: la polizia apre un’indagine interna contro l’agente
Poco dopo, la donna accusa i poliziotti di aver picchiato il marito e lo stesso agente di prima le risponde “Chiudi il becco e non mi toccare più, se no ti porto in galera”. A quel punto, l’uomo ammanettato urla agli agenti di non rivolgersi in quel modo a sua moglie e il poliziotto risponde “Tua moglie non ha il diritto di parlarmi così. Siete nel nostro Paese e dovete obbedire alle nostre leggi”.
Non è chiaro chi abbia girato il video, che si interrompe all’arrivo di un bambino piccolo, del quale si sente la voce chiamare la madre e si intravede una mano.
La polizia di Berlino ha aperto un’indagine interna a carico degli agenti per i fatti, che si sarebbero verificati venerdì mattina in un appartamento di Alt-Hohenschönhausen e che, secondo quanto riportato da Koçak, riguarderebbero due agenti del 31esimo dipartimento. Il politico ha dichiarato di aver ricevuto il video da un’associazione che assiste la famiglia coinvolta.
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Stando a quanto si legge nel comunicato ufficiale della polizia, gli agenti si sarebbero recati presso l’appartamento della donna, una ventottenne, per parlare con lei di una presunta “minaccia” (non sono stati forniti dettagli in merito”. Sempre secondo le forze dell’ordine, sul marito trentenne della donna pendeva un mandato d’arresto per frode sulle prestazioni sociali. L’uomo sarebbe stato ammanettato poiché resisteva all’arresto. La moglie avrebbe inoltre cercato inutilmente di liberare il marito. Dopo che la situazione era tornata sotto controllo, il mandato di arresto sarebbe stato liquidato con il pagamento di una pendenza di 750 Euro. Gli agenti di polizia hanno quindi lasciato l’appartamento e hanno avviato un procedimento preliminare per resistenza, aggressione e tentativo di impedire un arresto.
Intorno alle 11 della stessa mattina, i coniugi si sarebbero poi recati a sporgere denuncia contro il poliziotto per aggressione e percosse – poiché il marito sarebbe stato leggermente ferito a un braccio durante l’arresto. In quell’occasione, i due hanno dichiarato che la donna è stata oggetto di insulti xenofobi da parte di un agente di polizia e hanno mostrato il video in questione.
Nel frattempo, su Twitter si è nuovamente scatenato il dibattito sul comportamento della polizia e sulla necessità o meno di imporre l’uso delle bodycam per questo tipo di operazioni. Le critiche agli agenti sono numerose e in molti lamentano lo “spostamento a destra” delle forze dell’ordine. Diversi utenti affermano che questo genere di episodi sia all’ordine del giorno, ma difficile da provare proprio per la mancanza di filmati delle operazioni di polizia.
Secondo il deputato della SPD Tom Schreiber, questo incidente sottolinea la necessità di dotare tutti gli agenti di polizia di bodycam. A questa tesi restano contrari Die Linke e i Verdi, che temono l’invasione della privacy rappresentata dall’utilizzo delle bodycam all’interno degli appartamenti dei civili coinvolti.
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