Gassi al Gropius Bau, uno splendido edificio che brilla per la sua creatività
Di Merlin, Elena e Paolo Brasioli. Disegni di Paolo Brasioli
Come le persone, molti edifici, hanno una storia di vita, un carattere, delle passioni, momenti felici e periodi difficili, un lavoro da svolgere, un destino ed una speciale splendente aura! Ed è proprio così per il Gropius Bau, che si trova alle spalle di Leipiziger Platz e che, nei suoi 140 anni di esistenza, ne ha passate davvero tante e, grazie anche alle persone che lo hanno curato, animato e che gli hanno voluto bene ha potuto far fronte ad enormi difficoltà ed ad arrivare in piena gioiosa vitalità fino ai nostri tempi.
Le origini
Il Gropius Bau fu costruito tra il 1877 ed il 1881 secondo l’idea, il progetto e la direzione esecutiva degli architetti Martin Gropius (che era il prozio del maestro fondatore del Bauhaus, l’architetto Walter Gropius) e Heino Schmiede, ispirandosi allo stile del Rinascimento italiano.
L’iniziativa di costruire questa raffinata opera nacque dall’associazione tedesca del Museo del commercio, fondata nel 1867, di cui lo stesso Gropius ne era membro. Concepito come un museo di arti e mestieri, con biblioteca e scuola annessa, l’edificio ospitava il Museo della Preistoria e della Storia Antica, così come la Collezione d’Arte dell’Asia orientale, e una scuola di arti e mestieri in un edificio costruito vicino di esso, dove i giovani potevano imparare a intagliare e fare lavori di falegnameria.
Fu cosi per oltre sei decenni, ma poi i danni, causati dai bombardamenti della guerra, furono ingentissimi e diffusi, e la sua demolizione sembrava inevitabile. Infatti l’interno era stato sventrato, il portico completamente divelto e gli angoli svuotati si ergevano come corrosi e disperati speroni protesi verso un angosciante vuoto! Tutto era pervaso di sconsolata sofferenza e sconsolatezza! Ma anni dopo, anche grazie all’intervento ed interessamento del nipote del suo creatore (Walter Gropius appunto), si evitò questa demolizione e l’edificio fu anche inserito, nel 1966, nell’elenco dei monumenti da salvaguardare e gli fu dato il nome di “Gropius Bau” a ricordo ed onore del suo principale architetto ottocentesco!
La ricostruzione
La ricostruzione è iniziata nel 1978 sotto la direzione della coppia di architetti Winnetou Kampmann ed Ute Weström. La cosa sorprendente era che in quel momento il muro di Berlino (di cui rimane ancora oggi un lungo tratto proprio affianco al Gropius Bau) correva direttamente e ravvicinatissimo di fronte al portale principale, e quindi l’accesso venne spostato sul retro meridionale. Nel 1981 il tutto venne riaperto ed inaugurato con una interessante mostra monografica sul pittore e architetto neoclassicista prussiano Karl Friedrich Schinkel.
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Ampi lavori di ristrutturazione e conversione con fondi federali hanno avuto luogo anche tra il 1998 e il 2000. La situazione iniziale ed originale sul lato nord venne ripristinata. Inoltre, l’edificio fu dotato di aria condizionata nelle sale espositive al piano terra e al primo piano. Nel 1999, il Gropius Bau è stato di nuovo riaperto con una mostra sui 50 anni di storia della Repubblica federale di Germania.
Tra il 2010 e il 2012, i necessari lavori di ristrutturazione e ammodernamento sono stati resi possibili grazie al pacchetto federale di ripresa economica. Le opere hanno incluso, tra le altre cose, l’installazione dell’aria condizionata delle sale espositive al secondo piano, la ristrutturazione della facciata, l’installazione di un altro ascensore passeggeri per una migliore accessibilità senza barriere di tutti i piani ed inoltre l’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto. I lavori di ristrutturazione e ammodernamento sono stati pianificati dallo studio di architettura berlinese Pitz & Hoh.
A febbraio 2018, la nuova gestione, in accordo con i responsabili culturali, ha rimosso le pellicole solari da tutte le ampie superfici vetrate, in modo che molta luce del giorno entrasse di nuovo. A destra dell’area d’ingresso, si trova il nuovo progetto “Artists in Residence” che è presentato anche nell’ex aula e nell’attuale sala espositiva. Qui, artisti internazionali invitati, si esercitano periodicamente in loco.
Il bookshop è stato ricostruito ed il ristorante è stato rimodernato, con colori molto chiari, e sono state installate vetrine-armadio di coltivazione, in cui varie erbe aromatiche e verdure crescono e vengono lavorate immediatamente in loco, visibili agli ospiti dell’edificio.
Come è fatto il Gropius Bau
Ma scopriamo meglio come è fatto nel suo complesso il Gropius Bau. Ha quattro piani ed ha una pianta quasi quadrata. La sua struttura forma un cubo al centro del quale si trova l’atrio con lunghezze laterali di circa 40 m × 30 m e un’altezza di circa 26 m. Valutazioni successive da parte di esperti di storia dell’arte intuiscono forti influenze dei metodi di costruzione di Schinkel nella rigorosa forma cubica dell’edificio, nella struttura della facciata a tre zone e nella forma delle finestre, in particolare l’esempio dell’accademia edilizia, nonché nelle idee di Gottfried Semper.
Architettura, scultura e pittura formano un’opera d’arte completa, proprio come il rinascimentale “bel composto” e che si riferisce all’uso originale dell’edificio. Si può dire che esso stesso sia inteso come un modello architettonico, che doveva raccogliere i molti rami artistico-artigianali attraverso l’applicazione di diversi processi di produzione e combinarli in una grande, bella ed armonica composizione.
I lati nord e sud della casa – ciascuno disposto parallelamente all’allora Prinz Albrecht Straße sono divisi in sette assi dell’edificio, le facciate est e ovest mostrano otto assi progettati simmetricamente. Il lato principale è la facciata nord, in cui il generoso portale forma il centro della composizione tramite un’ampia scala e rampe di accesso ai lati. Questa facciata ha anche decorazioni a bassorilievo particolarmente ricche, realizzate in pietra arenaria e terracotta.
La base del piano terra è ricoperta di granito belga. I piani superiori sono rivestiti con mattoni rosso chiaro a filari decorativi più scuri. Il quarto piano è un piano rialzato, i cui spazi tra le finestre sono decorati con mosaici dorati, che brillano gioiosi al sole del mattino o della sera, con stemmi degli stati tedeschi. Il tetto piano è rifinito con un ampio ed aggettante cornicione, arricchito da leggiadre ghirlande di terracotta.
Le finestre, divise in tre parti, di grande formato sui piani espositivi, hanno frontoni triangolari, sono come templi greci, e palesano il carattere classico dell’edificio espositivo.
Anche nell’interno, numerosi elementi decorativi, nella cui produzione sono stati coinvolti i suddetti artisti, sorprendono i visitatori. Le sale espositive hanno pavimenti in tecnica a terrazzo, facili da pulire, e sono ricoperte con piastrelle colorate e motivi a mosaico simili a tappeti.
Dunque, un edificio che rappresenta la creatività, la cultura artigianale, la bellezza e la forza espressiva dell’arte e che, proprio come una persona saggia, sa trasmettercela, raccontarcela rendendoci felici ed invitandoci a partecipare a tutto questo! Sehr emotional und interessant! Tschüss…
L’autore: Architetto Paolo Brasioli – Quattro | architectura
Provenendo da una famiglia di artisti veneti, Paolo Brasioli è stato influenzato presto dal ricco patrimonio culturale e artistico italiano. Fondamentale è stata l’influenza di suo padre, Alfredo Brasioli, rinomato fumettista, illustratore e grafico italiano.
Il suo lavoro fino ad oggi si è concentrato sulla costruzione di hotel di alta qualità e sull’interior design per abitazioni, hotel e strutture di gastronomia e benessere, così come sulla creazione di mobili, lampade, accessori e arte.
Ha lavorato con rinomate compagnie e gruppi alberghieri come Best Western, Crowne Plaza, Falkensteiner, Hilton, Hyatt, Le Meridien, Leonardo Hotels, Marriott, NH Hotels, Rocco Forte Hotels e Sheraton. Molte delle sue creazioni sono state esposte in rinomate fiere d’arte e di design.
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