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Sondaggio sulla popolarità del governo. Scholz in calo. Ma quanto sono attendibili le inchieste online?

Che qualsiasi governo, in tempi di crisi, subisca un calo della popolarità non è certo una novità. In Germania, basta ricordare il malcontento che premeva sul governo Merkel durante la crisi dei rifugiati del 2015 e, più di recente, le reazioni alla gestione della prima fase della pandemia da parte dell’ultimo esecutivo guidato dalla cancelliera. Non sorprende, quindi, che il governo che sta guidando la Germania fra gli strascichi della pandemia e l’esplosione di una recessione quasi senza precedenti, che procede dall’effetto combinato della guerra in Ucraina e della conseguente crisi energetica, non goda di grande favore presso l’opinione pubblica tedesca. Questa settimana, un sondaggio sulla popolarità del governo, commissionato dal Bild am Sonntag all’istituto INSA, ha rilevato per l’attuale esecutivo l’indice di popolarità più basso dopo le elezioni.

La popolarità di Scholz e quella del governo

Ben il 62% dei tedeschi si dichiara insoddisfatto dell’operato di Scholz come mai prima d’ora e solo il 25% dà un giudizio positivo sul cancelliere. Le cose non vanno meglio quando le domande vertono sulla coalizione “a semaforo” (composta cioè da SPD, FDP e Verdi). Il 65% è insoddisfatto dell’operato del governo federale, mentre solo il 27% lo trova soddisfacente. In un sondaggio equivalente, proposto all’inizio di marzo, le percentuali erano drammaticamente diverse: il 46% degli intervistati si diceva soddisfatto del lavoro di Scholz, contro un 39% di giudizi negativi. Sempre a marzo, il 44% ha valutato positivamente il lavoro della coalizione, mentre il 43% si è dichiarato insoddisfatto dal governo nel suo complesso.


sostegno all'economia Christian Lindner

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Cosa accadrebbe se si votasse domani? Il sondaggio sulla popolarità del governo porta cattive notizie per Scholz

Se si votasse domani, con voto diretto, per eleggere il cancelliere del governo federale tedesco, Scholz arriverebbe solo terzo, dietro al Ministro dell’Economia Robert Habeck (Verdi), preferito dal 25% degli intervistati, e al leader della CDU Friedrich Merz, che ha totalizzato il 19% delle preferenze. Solo il 18% confermerebbe Scholz alla guida dell’esecutivo.

È particolarmente significativo il dato che riguarda la CDU/CSU. I partiti dell’Unione, infatti, continuano a crescere nei sondaggi fin dall’elezione di Merz alla guida della CDU. Nel sondaggio settimanale che INSA conduce ogni domenica per Bild am Sonntag, la CDU e la CSU sono salite al 28%, un punto percentuale in più rispetto alla settimana scorsa, arrivando a sette punti di vantaggio sui Verdi, che hanno perso un punto arrivando al 21%. Anche l’FDP ha perso un punto, arrivando all’8%, mentre l’SPD come partito, invece, resta stabile al 19%. Ciò significa che i partiti della coalizione a semaforo insieme hanno ora solo il 48%.

Invariate anche le percentuali di AfD (12%) e Die Linke (5%).

Quanto contano davvero i sondaggi online di YouGov?

Una volta registrate le percentuali riportate da INSA, tuttavia, corre l’obbligo di portare l’attenzione sui campioni e sulle tecniche dei sondaggi riportati dall’istituto e pubblicati settimanalmente dal tabloid Bild. In questo caso, per esempio, si legge che INSA ha intervistato 1427 persone fra lunedì e venerdì e 1002 persone il venerdì e viene indicato un margine di errore massimo di più/meno 2,8 punti percentuali. Vale però la pena di sottolineare che INSA si avvale di piattaforme per i sondaggi estremamente popolari, come YouGov, il cui meccanismo di funzionamento non prevede grandi garanzie di risposte accurate da parte del pubblico. YouGov, infatti, è una piattaforma sulla quale gli utenti possono registrarsi per rispondere a questionari di vario genere, che vanno dalla politica alle scelte di consumo. Ogni sondaggio permette di accumulare punti e, raggiunta la soglia di 25.000 punti, si può richiedere un buono acquisto Amazon da 50€. YouGov compare, insieme ad altri siti come Toluna, fra le liste di opzioni più semplici e meno impegnative per accedere a buoni acquisto e ricompense in denaro “lavorando da casa”. L’incentivo per gli utenti, quindi, non è tanto quello di leggere le domande con attenzione ed esprimere un parere onesto, ma quello di cliccare più rapidamente possibile per portare a termine il sondaggio e accumulare punti (fra i 200 e i 500, in media, per ogni inchiesta).

A differenza di altri siti, inoltre, YouGov non ha domande “di controllo”, pensate per invalidare le risposte qualora l’utente stia cliccando a caso: l’unica barriera è posta all’inizio, con un quesito che ha il solo scopo di verificare che l’utente conosca il tedesco (a quattro figure di animali occorre associare la parola corrispondente).

Se, dunque, si può contare sul fatto che almeno una parte degli intervistati abbiano davvero voluto esprimere la propria insoddisfazione per il lavoro dell’attuale esecutivo – sentimento che qualsiasi elettorato esprime sempre volentieri, quando ne ha la possibilità – è però anche da prendere in considerazione che, nelle percentuali così raccolte, ci sia almeno una parte di risposte date senza aver letto le domande, con il solo scopo di arrivare all’ottenimento della ricompensa in denaro.

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