L’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder (SPD) ha incontrato di nuovo il presidente russo Vladimir Putin. Lo aveva fatto già stato all’inizio di marzo, all’insaputa del governo tedesco.
Di ritorno al suo viaggio a Mosca, l’esponente socialdemocratico ha spinto di nuovo per una soluzione negoziata, che ritiene voluta anche dalla Russia.
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“La buona notizia è che il Cremlino vuole trattare” ha dichiarato Schröder sia a Stern che all’emittente RTL/ntv. Ha quindi definito l’accordo sul grano un primo successo e ha espresso la speranza che possa essere “lentamente sviluppato in un cessate il fuoco”, perché non si arriverà a una soluzione praticabile “senza negoziati”.
Il celebre esponente dell’SPD, che al momento è la fonte di maggiore imbarazzo per il suo partito (è attualmente oggetto di una procedura di espulsione e sono 17 le mozioni presentate a riguardo), ritiene che al momento non si stia facendo abbastanza e che la Germania e il governo tedesco abbiano “una responsabilità particolare, soprattutto insieme alla Francia”. Ha quindi lodato l’approccio della Turchia, riferendosi anche a quanto avvenuto a Istanbul a marzo. “I turchi sono stati molto disponibili, così come lo sono attualmente nei negoziati sulle consegne di grano” ha commentato Schröder, indicando la stessa strada.
L’ex cancelliere Gerhard Schröder: la ricetta per risolvere il conflitto
Schröder ha quindi definito l’invasione dell’Ucraina come “un errore del governo russo”, ma ritiene che “i problemi più rilevanti siano risolvibili” e la posizione dell’ex cancelliere, che dopo il ritiro dalla carriera politica ha consolidato i suoi rapporti con il Cremlino diventando un affarista al vertice dei colossi energetici russi, ha le idee molto chiare, al riguardo.
Ritiene ad esempio “assurdo” che l’Ucraina riconquisti militarmente la Crimea e per il Donbass propone “una soluzione basata sul modello cantonale svizzero”. Per quanto riguarda l’adesione alla Nato, Schröder indica una soluzione ibrida adottabile, considerata anche dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, vale a dire “una neutralità armata per l’Ucraina, senza l’adesione alla Nato, come l’Austria”. Schröder ritiene che comunque non si possa trovare una soluzione se non venendosi incontro, cosa che implica concessioni da entrambe le parti e che la vera domanda sia: ”Vogliamo risolvere il conflitto?”.
L’ex cancelliere condanna la guerra ma ritiene giustificate le paure di accerchiamento della RUSSIA
Schröder continua comunque a non prendere le distanze da Vladimir Putin, l’uomo con cui ha strettissimi rapporti da decenni, e si chiede se una cosa del genere possa essere davvero utile a qualcuno. “Ho preso delle decisioni e le mantengo” ha ribadito e ha rifiutato di giustificarsi. “Forse posso essere di nuovo utile, quindi perché dovrei scusarmi?” ha commentato.
Schröder ha ribadito di aver “ripetutamente condannato la guerra”, ma anche di ritenere “giustificate” le “paure di accerchiamento” vissute dalla Russia e “alimentate dalla storia”. In questa direzione ha ulteriormente lodato la Turchia e il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, per i tentativi di mediazione, ma ha aggiunto che “non funzionerà senza il sì di Washington”.
Gerhard Schröder: “Riaprire Nord Stream 2”
Per quanto riguarda la crisi energetica, la soluzione, per Schröder, è inevitabile: mettere in funzione Nord Stream 2, il gasdotto già pronto e mai entrato in funzione in seguito all’invasione dell’Ucraina. Specie in un momento in cui l’altro gasdotto, Nord Stream 1, sta lavorando a capacità ridotta, formalmente per problemi tecnici, anche se il governo tedesco la ritiene una scusa per strozzare ulteriormente le forniture. A questo proposito Schröder ha ripetuto quanto dichiarato dalla Russia e ribadito la tesi del disservizio, che ascrive interamente a Siemens. Va ribadito inoltre, per completezza di informazione, che Gerhard Schröder è il principale amministratore della società che gestisce proprio il nuovo gasdotto.
Ha quindi dichiarato che la “soluzione più semplice” sia mettere in funzione Nord Stream 2 e tenere comunque conto del fatto che entrambi i gasdotti possano garantire all’industria e alle famiglie tedesche un approvvigionamento sicuro per l’inverno. Altrimenti “si dovranno sopportare le conseguenze”, che saranno “enormi anche in Germania”.
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