Prelievo sul gas in Germania: a chi vanno i proventi? Discordia nella coalizione di governo

La maggior parte dei consumatori tedeschi hanno già ricevuto, dalle aziende fornitrici di gas ed energia, comunicazioni riguardanti gli aumenti previsti per il 2022. Del famoso “prelievo sul gas”, in Germania, si parla ormai da mesi e, mentre la data della sua entrata in vigore si avvicina, all’interno della coalizione di governo di accende la discussione su chi sarà autorizzato a beneficiare del contributo che milioni di consumatori saranno costretti a pagare.

Come funziona il prelievo sul gas?

Il prelievo sul gas prevede che, a partire dal mese di ottobre, i consumatori si facciano carico di parte dei costi aggiuntivi attualmente sostenuti dagli importatori di gas. Tali costi sono dovuti alla drastica diminuzione (e al rischio di una totale interruzione) delle forniture di gas dalla Russia, con la conseguente necessità, per le società che lo importano, di procurarsi il gas altrove, a prezzi molto più alti. A partire da ottobre, dunque, le aziende saranno rimborsate in ragione del 90% dei costi aggiuntivi sostenuti. Questo rimborso verrà di fatto pagato dai clienti finali, che si troveranno a sostenere un aumento dei costi pari a circa 2,4 centesimi per kilowattora.

L’FDP chiede che i proventi vadano solo alle aziende in difficoltà

Nello specifico, l’FDP ha chiesto che i proventi del prelievo sul gas vadano solo alle aziende che rischiano di fallire. Lo scopo di questa misura, sottolineano i liberali, è infatti quello di salvare dalla bancarotta le aziende del settore dell’energia colpite più duramente dalla crisi legata alle forniture di gas russo, scongiurando così la loro chiusura e la conseguente interruzione delle forniture ai loro clienti. Allo stato attuale delle cose, invece, anche le società energetiche che hanno generato enormi profitti negli ultimi mesi potrebbero essere destinatarie di una parte dei proventi di questa manovra.

L’FDP ha quindi chiesto al Ministro dell’Economia Robert Habeck (Verdi) di rendere più severi i piani di attuazione del prelievo sul gas, per evitare che una misura di emergenza pensata per sostenere alcune aziende in difficoltà venga cavalcata come fonte di profitto per altre aziende che invece non hanno subito perdite, ma anzi hanno già guadagnato in conseguenza della situazione attuale.

Le critiche arrivano anche dall’opposizione: il vicepresidente del gruppo parlamentare CDU/CSU Jens Spahn (CDU), ha espresso le proprie posizioni al quotidiano Der Spiegel, definendo il prelievo una “tassa sul caos” e anche “una redistribuzione dal basso verso l’alto”. “I cittadini” ha dichiarato l’ex ministro “continuano a garantire i profitti di alcune compagnie energetiche attraverso questo contributo”. Dello stesso avviso è anche il segretario generale della CDU, Mario Czaja, che ha sottolineato come il prelievo sul gas vada a danno soprattutto dei redditi medio-bassi.

Secondo il Ministero dell’Economia, invece, il rischio di insolvenza imminente non è un prerequisito per ricevere aiuti derivanti dal prelievo. Il Presidente dell’Agenzia Federale per le Reti, Klaus Müller, ha dichiarato alla Neue Osnabrücker Zeitung di comprendere il malcontento, ma ha rassicurato sul fatto che “solo una piccola parte del prelievo va a imprese che non ne hanno realmente bisogno per evitare l’insolvenza”.


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Questo discorso, per altro, si lega a un altro aspetto della gestione della crisi sul quale la coalizione di governo non è riuscita a trovare un accordo, ovvero la possibilità di imporre una tassa sui profitti in eccesso per quelle aziende che ottengono guadagni aggiuntivi come diretta conseguenza della crisi. L’idea di questa imposta, particolarmente cara ai Verdi, non ha ancora trovato consenso sufficiente fra gli altri partiti della maggioranza.

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