Acqua verde nelle fontane in Germania: Extinction Rebellion protesta contro il gas naturale

Foto: Extinction Rebellion

Mercoledì mattina, l’acqua di diverse fontane tedesche si è tinta all’improvviso di un verde brillante. Il bizzarro “fenomeno” si è presentato contemporaneamente a Berlino, Amburgo, Monaco, Essen e Bonn. A Berlino, in particolare, ha riguardato, la Fontana del Nettuno di fronte alla Torre della Televisione, la Fontana dei Cervi a Schöneberg e la Fontana dei Vigili del Fuoco a Mariannenplatz. Non si tratta di misteriose alghe, ma di un’azione di protesta del gruppo di attivisti per il clima Extinction Rebellion, pensata per sensibilizzare sull’impatto dei combustibili fossili e chiederne l’abbandono.

Foto: Extinction Rebellion

Gli attivisti hanno specificato che, per tingere di verde l’acqua delle fontane, è stata utilizzata l’uranina: un colorante sicuro dal punto di vista tossicologico che viene utilizzato dalle autorità idriche e fognarie per contrassegnare i corpi idrici e che quindi non presenta rischi né per le persone né per gli animali.


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Foto: Extinction Rebellion

La colorazione delle fontane fa parte di un progetto di protesta più ampio contro l’uso di GNL

Per terra, davanti a ogni fontana, è comparsa la scritta “L N G – Leider Nicht Grün” ovvero “Sfortunatamente Non Verde”. Il gioco di parole si basa sull’acronimo normalmente usato per indicare il Gas Naturale Liquefatto (nell’acronimo internazionale, appunto, LNG), del quale in questo periodo si parla molto come alternativa al gas russo trasportabile anche senza gasdotti. Lo scopo dell’azione degli ecologisti, in questo caso, è dunque protestare contro i terminali galleggianti per lo stoccaggio e la distribuzione di gas liquido progettati dal governo tedesco per importare combustibili da altri partner internazionali, riducendo la dipendenza dalla Russia. Proprio su questo tema, ad Amburgo, è prevista una settimana di proteste, conferenze, eventi e dibattiti organizzati dagli attivisti per il clima.

L’uso dei combustibili fossili, si legge nei comunicati di Extinction Rebellion, non solo ha conseguenze dannose per l’ambiente, ma porta anche allo sfruttamento e all’oppressione neocoloniale. Il GNL non è sostenibile, sostengono gli ecologisti, perché proviene da strati profondi della terra, dove spesso può essere estratto solo attraverso il fracking, che implica l’uso di sostanze chimiche e di enormi quantità di acqua. L’estrazione, la liquefazione, il trasporto e la distribuzione del GNL, inoltre,  producono grandi quantità di metano, un gas serra che accelera il riscaldamento globale 80 volte di più rispetto alla stessa quantità di CO2.

Foto: Extinction Rebellion

Gli attivisti per il clima manifestano da settimane il loro dissenso rispetto alla risoluzione europea di classificare come “verde” il gas naturale liquefatto.

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