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Pizzeria “Falcone e Borsellino”, arriva il divieto: tribunale tedesco ribalta la sentenza di primo grado

È ufficiale. La Corte regionale superiore di Francoforte ha emesso una sentenza che obbliga una pizzeria ad astenersi da qualunque futura promozione legata ai nomi dei giudici antimafia Falcone e Borsellino, utilizzati in passato in un contesto ritenuto da molti oltraggioso.

La sentenza ribalta quanto deciso dal giudice tedesco di primo grado, che nel 2020 aveva respinto il ricorso di Maria Falcone, sorella del giudice, e suscitato indignazione profonda in tutte le istituzioni italiane e non solo.


Falcone e Borsellino

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La pizzeria in questione utilizzava a scopo promozionale i nomi dei due giudici trucidati dalla mafia nel 1992, in un contesto che oltretutto presentava la criminalità organizzata in modo folkloristico.

All’interno del locale, su muri decorati con fori di proiettile, come i menu, le immagini di Falcone e Borsellino, di cui oggi peraltro ricorrono i 30 anni dalla morte, erano associate a quella di Vito Corleone, il protagonista de “Il Padrino”. Un avvocato italiano a Francoforte, notando casualmente il ristorante, aveva denunciato la cosa, producendo così anche l’indignazione della Prof.ssa Maria Falcone, sorella del celebre giudice e fondatrice della Fondazione omonima. La Professoressa aveva portato il caso davanti al tribunale di primo grado di Francoforte. Perdendo clamorosamente.

La controverso sentenza di primo grado, da molti ritenuta scandalosa

La contrastatissima sentenza di primo grado, invero ritenuta dai più scandalosa, stabiliva da un lato l’impossibilità di Maria Falcone di invocare il diritto al nome del fratello e in secondo luogo stabiliva che la tutela post mortem del diritto alla personalità del giudice fosse diminuito con il passare del tempo.

“Trent’anni fa il tema della lotta alla mafia era al centro dell’attenzione pubblica” risultava scritto in sentenza, mentre i giudici di primo grado ritenevano invece che nel 2020 non fosse più così e che Falcone non fosse conosciuto nel circuito dei “frequentatori di ristoranti”, ma piuttosto “nella cerchia dei “procuratori e dei criminologi”, avendo oltretutto svolto la sua attività prevalentemente in Italia. Proteste vibranti erano arrivate dall’Ambasciata italiana, dall’allora ministro della giustizia italiano Bonafede e dalla comunità italiana in Germania e non solo, mentre Maria Falcone commentava la sentenza definendola “molto dolorosa”.

Accolto finalmente il ricorso di Maria Falcone

Va detto che i proprietari della pizzeria, incuranti del verdetto a loro favorevole, avevano scritto all’ambasciatore italiano che avrebbero comunque rinunciato all’utilizzo del nome di Falcone e Borsellino. “In nessun momento è stata nostra intenzione banalizzare la criminalità organizzata, glorificare la mafia oppure offendere la sensibilità dei parenti dei due giudici e di tutte le vittime innocenti della mafia” avevano spiegato.

Questa nuova pronuncia, dunque, probabilmente non cambia nei fatti quanto già deciso in autonomia dai proprietari, ma piuttosto ribalta quanto stabilito dal giudice di primo grado e questo è molto importante. Il tribunale di secondo grado ha infatti ritenuto legittime le rimostranze di Maria Falcone, accogliendo il suo ricorso ed emettendo una sentenza che obbliga i proprietari della pizzeria ad astenersi da qualsiasi uso futuro del nome Falcone, nell’ambito della loro attività commerciale. Una pronuncia importante, che restituisce dignità alla memoria e al senso dell’intera vita dei due giudici antimafia e annulla quella sentenza del 2020 da molti italiani interpretata come un vero e proprio schiaffo.

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