È finito nei guai un uomo di 85 anni di Berlino, accusato di aver drogato con della ketamina una vicina di un anno più giovane, allo scopo di abusarne sessualmente.
Nel bicchiere della donna, esaminato dagli inquirenti, sono state ritrovate tracce inequivocabili della sostanza, ma l’uomo nega recisamente ogni coinvolgimento.
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Anziano berlinese accusato di aver drogato la vicina con la ketamina
Una brutta storia, quella che vede davanti a un giudice un uomo di 85 anni, accusato di aver tentato di aver messo della ketamina nel bicchiere della vicina, più giovane di un anno, allo scopo di abusarne sessualmente. La ketamina è un anestetico utilizzato principalmente di veterinari, ma che può avere effetti collaterali anche allucinogeni. Per questa ragione, l’uomo è chiamato a rispondere di violenza sessuale e lesioni personali pericolose. I fatti si sono verificati nel distretto berlinese di Charlottenburg, circa due anni fa.
L’imputato conosce da più di 50 anni la vicina, con cui dichiara di aver avuto rapporti sempre cordiali. Dal dibattimento è emerso che lei gli avesse anche rivolto parole di conforto, dopo la scomparsa della moglie dell’uomo, avvenuta circa tre mesi prima dei fatti. Poi l’invito a cena, per il 4 agosto del 2000. L’allora 83enne si era presentato con due bottiglie di vino rosso e i due avevano mangiato e bevuto in un’atmosfera serena.
Secondo l’accusa, finita la prima bottiglia, l’uomo avrebbe aggiunto della ketamina nel bicchiere della vicina. Le avrebbe quindi chiesto di brindare ed entrambi avrebbero vuotato i bicchieri. A quel punto, avrebbe cercato di baciare la donna, che si sarebbe ritratta, “sorpresa e sconvolta”. L’anziano avrebbe a quel punto fatto il giro del tavolo e le avrebbe afferrato con forza il seno, causandole un ematoma. Poco dopo la donna si era sentita male e aveva perso conoscenza. Il mattino dopo, aveva informato la figlia, che aveva chiamato la polizia.
L’uomo nega le accuse: “Per tutto ciò che ho di più sacro, non ho fatto nulla!”
L’uomo nega tutte le accuse, “per tutto ciò che ho di più sacro”, e fornisce la sua versione. Sostiene di aver brindato in modo solo amichevole, di non aver mai tentato di drogare la donna e di non avere idea di come la ketamina trovata dagli inquirenti sia finita nel bicchiere.
Secondo quanto affermato dall’uomo, la donna a un certo punto sarebbe andata in bagno, tornando piuttosto confusa e barcollando. Sarebbe stata quindi sul punto di accasciarsi, ma lui l’avrebbe soccorsa, in quanto ex bagnino, usando su di lei la presa di salvataggio ascellare utilizzata con chi sta annegando. L’avrebbe quindi sistemata sul divano e avrebbe in seguito lasciato l’appartamento. Alla domanda sul perché non avesse chiamato un medico, visto che la donna sembrava stare male, l’uomo ha risposto di aver pensato che la vicina fosse semplicemente ubriaca e avesse solo bisogno di dormire. A proposito della ketamina trovata nel bicchiere, ribadisce di non sapere nulla e ipotizza che la donna possa aver ingerito qualcosa mentre era in bagno.
Intanto, continuano le indagini ed è stata disposta l’audizione di un tossicologo, che si terrà probabilmente a metà ottobre. Un esperto forense dovrà chiarire se le tracce di ketamina presenti nel bicchiere possano essere spiegate anche in relazione a eventuali farmaci assunti dalla vicina. Se così non fosse, la posizione dell’imputato si aggraverebbe non poco.
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