Avete già ricevuto una falsa chiamata da parte di qualcuno che si spaccia per l’Europol? Se avete un numero di cellulare tedesco, probabilmente sì. La polizia di Berlino sta gestendo circa 3500 segnalazioni e a livello nazionale le finte chiamate dell’Europol si contano nell’ordine delle decine di migliaia.
Si tratta di un nuovo tipo di truffa telefonica, che ha iniziato a diffondersi in primavera e che ha dato non poco da fare alle vere autorità di polizia.
Come funzionano le finte chiamate dell’Europol?
Per alcuni, questa descrizione sarà più che familiare. Si riceve una chiamata da un numero sconosciuto e, quando si risponde, si sente una voce registrata che parla in inglese, spiegando, fra l’altro, che l’uso di questa lingua è reso necessario dal fatto che sia in corso un’indagine su un caso internazionale. Si parla di furto di identità e si chiede di premere “uno” per saperne di più. In qualche caso, la voce registrata avvisa anche che, in caso di mancata comunicazione, l’Europol si presenterà direttamente a casa della persona chiamata. A questo punto, la maggior parte degli utenti riattacca. I pochi che hanno continuato con il percorso sono stati messi in collegamento con un presunto agente dell’Europol, il quale comunica che i dati personali dell’utente sono stati rubati e che qualcuno li sta utilizzando per commettere reati. Per prevenire ulteriori attacchi si richiede lo scaricamento di specifici software o, in qualche caso, il pagamento di una somma di denaro tramite bonifico.
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Già a marzo la polizia di Berlino ha diramato un comunicato stampa per mettere in guardia contro queste truffe telefoniche e più di recente, a giugno, l’Agenzia federale per le reti di Bonn ha lanciato un appello a livello nazionale, per ribadire che si tratta di tentativi di frode e non di autentiche comunicazioni dell’Europol.
Il capo dell’ufficio stampa della polizia di Berlino Anja Dierschke ha spiegato che a poter denunciare è solo chi ha effettivamente subito un danno finanziario (ovvero chi ha premuto il tasto “uno” e ha seguito le istruzioni del chiamante), mentre chi ha riagganciato senza digitare nulla può segnalare la chiamata, ma non denunciare poiché il reato, in quel caso, non è stato compiuto.
Come difendersi dalle truffe telefoniche?
Affidarsi all’identificazione del numero di telefono non serve: il cosiddetto “call-ID spoofing”, ovvero la manipolazione e simulazione dei numeri di telefono, è una pratica comune e difficile da impedire, che rende quasi impossibile distinguere una chiamata vera da una falsa, basandosi solo sul numero. È infatti possibile simulare numeri che corrispondono a quelli delle vere autorità nazionali e internazionali, instradando chiamate originate dall’estero su reti tedesche.
L’Ufficio federale di polizia criminale ha diramato diverse raccomandazioni per il pubblico, per minimizzare gli effetti delle truffe, dal momento che è estremamente difficile risalire ai colpevoli. In primo luogo, ovviamente, bisogna astenersi dal comunicare qualsiasi dato personale e soprattutto dall’inviare denaro. Inoltre, è consigliabile bloccare manualmente i numeri corrispondenti presso il proprio operatore di rete, dal momento che gli operatori stessi non sono sempre in grado di filtrarle all’origine.
Se si ricevono presunte chiamate dell’Europol o di qualsiasi altra autorità di pubblica sicurezza, si consiglia di riagganciare immediatamente e di cercare il numero della più vicina stazione di polizia, da chiamare per chiedere conferma di eventuali comunicazioni urgenti e, qualora la chiamata precedente si rivelasse non autentica, per segnalare il tentativo di frode.
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