Il sindacato degli insegnanti GEW ha indetto una giornata di sciopero nelle scuole di Berlino per oggi, mercoledì 29 giugno, poco prima dell’inizio delle vacanze estive. La mobilitazione ha il fine di chiedere la riduzione del numero massimo di alunni per classe. Al momento, nella capitale tedesca, è possibile formare classi comprendenti fino a 26 studenti: il sindacato chiede che tale numero venga ridotto a 19.
Gli insegnanti che aderiscono allo sciopero hanno anche indetto una manifestazione, con partenza alle 10.00 da Dorothea-Schlegel-Platz, vicino alla stazione della S-Bahn di Friedrichstraße, e arrivo al Rotes Rathaus, dove è previsto il raduno finale, intorno alle 12.00.
Questo vuol dire che, in diversi istituti della capitale tedesca, le lezioni sono state sospese.
Il sindacato: “In campagna elettorale i partiti di governo ci davano ragione”
Il presidente del GEW di Berlino Tom Erdmann ha sottolineato come tutti i partiti appartenenti all’attuale coalizione di governo abbiano parlato dell’importanza di ridurre la dimensione delle classi in campagna elettorale, ma che, nei fatti, non ci sia stata una vera disponibilità a dialogare con il sindacato e gli insegnanti. Anche il nuovo senatore alle finanze Daniel Wesener (Verdi) ha rifiutato di incontrare le parti per discutere di questo problema. La posizione di Wesener è che il Land di Berlino non può stipulare una contrattazione collettiva sulle dimensioni delle classi senza il consenso della Tarifgemeinschaft deutscher Länder (TdL), ovvero l’associazione dei datori di lavoro del settore pubblico. L’assemblea generale dei TdL, tuttavia, rifiuta tale contrattazione collettiva.
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Lo sciopero nelle scuole di Berlino e le resistenze del Senato: in città mancano gli insegnanti
Da qui lo sciopero nelle scuole di Berlino, considerato uno sciopero “di avvertimento”, per attirare l’attenzione sulla richiesta di riduzione del carico di lavoro degli insegnanti attraverso la creazione di classi più piccole. Questa misura, sostiene il GEW, permetterebbe agli insegnanti di concentrarsi maggiormente sulle relazioni con gli studenti, sul sostegno personalizzato e sull’insegnamento vero e proprio, riducendo il lavoro preparatorio delle lezioni, i problemi di gestione della disciplina e le ore da dedicare alla correzione dei compiti.
Le resistenze del Senato vengono, come è facile intuire, dal fatto che la riduzione del numero massimo di alunni per classe implicherebbe la necessità di impiegare più insegnanti, in un contesto in cui la domanda è già notevolmente superiore all’offerta. A Berlino, infatti, c’è una grave carenza di docenti. Secondo Anne Albers, membro esecutivo del GEW, questo è dovuto anche alle condizioni di lavoro poco desiderabili: migliorarle potrebbe essere la soluzione alla penuria di insegnanti che da tempo affligge la capitale tedesca.
A Berlino, a differenza di altri Stati federali, quasi il 70% dei 34.000 insegnanti sono impiegati degli istituti e non dipendenti pubblici e sono quindi autorizzati a scioperare. Berlino è l’unico Land tedesco in cui gli insegnanti non sono ancora dipendenti pubblici – condizione che l’attuale governo del Land ha deciso di modificare.
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