Non è un bel momento per gli agricoltori tedeschi e uno degli effetti della crisi del settore è il fatto che si stiano vendendo molte meno fragole, a causa di molteplici fattori.
A questo si aggiunge il problema del cosiddetto dumping, che vede l’introduzione, nel circuito europeo, di prodotti venduti a un prezzo molto inferiore rispetto a quello del mercato di riferimento. È il caso ad esempio degli asparagi italiani, che in Germania stanno complicando la vita a produttori già alle prese con l’aumento dei costi e la crisi energetica.
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In Germania si vendono meno fragole: quali sono le cause?
In Germania, al momento, il mercato delle fragole ha subito una forte battuta di arresto dovuta a un calo dei prezzi arrivati, mediamente, a meno di 5 euro al chilo. Già alla fine di maggio, la Camera dell’Agricoltura del Nord Reno-Westfalia aveva segnalato che alcuni agricoltori stavano abbandonando la raccolta delle fragole perché non più redditizia, ma il fenomeno è generalizzato e riguarda tutto il territorio federale.
Le ragioni sono diverse e le ha spiegate bene Eva Würtenberger dell’Agrarmarkt-Informations-Gesellschaft (AMI), agenzia di informazioni sul mercato agricolo con sede a Bonn. Intanto, il clima favorevole di maggio ha portato a un’iperproduzione di fragole, e quindi a un aumento dell’offerta. Sono inoltre aumentati i prezzi dei fertilizzanti, dei pesticidi e del trasporto, a causa della crisi energetica.
Il dumping e la “concorrenza sleale” degli asparagi italiani
La domanda, ora, è se quello che sta accadendo per le fragole possa accadere anche in relazione ad altra frutta, a partire dalle ciliegie. Würtenberger non ha fatto previsioni, affermando che una valutazione di questo tipo è in ogni caso prematura. Il settore agricolo, comunque, teme che la crisi possa aggravarsi.
L’inflazione presente in Germania attualmente, inoltre, ha portato i consumatori a contenere moltissimo le spese, anche in ambito alimentare. A tutto questo si somma, infine, un fenomeno chiamato “dumping”, vale a dire l’immissione sul mercato di prodotti provenienti dall’estero e offerti a un prezzo notevolmente più basso (perché magari nel Paese di produzione gli imprenditori ricevono sovvenzioni o per altre cause). “La gente è più esitante”, ha dichiarato alla dpa il presidente degli agricoltori Joachim Rukwied. “D’altra parte, i nostri produttori devono fare i conti con le importazioni in dumping, come i tre euro per un chilogrammo di asparagi dall’Italia. Non si può produrre in questo modo”.
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