Angela Merkel a Berlino: “Sostengo la deterrenza militare contro la Russia. È l’unica lingua che Putin capisca”

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L'ex cancelliere tedesco Angela Merkel durante la conversazione "Allora, qual è il mio paese?" con Alexander Osang al Berliner Ensemble di Berlino, Germania, 07 giugno 2022. Foto: EPA-EFE/FILIP SINGER

Angela Merkel è stata spesso chiamata in causa, da assente, in relazione alle sue presunte responsabilità nell’aver sottovalutato la pericolosità di Putin. In ogni caso, da tempo si attendevano sue dichiarazioni a riguardo. Mai giunte, al di là di una stringata condanna dell’invasione. Per questo il suo recente intervento a Berlino ha destato scalpore, tra una dichiarazione a sostegno della deterrenza militare contro Mosca e l’elogio della diplomazia, “anche quando fallisce”.

L’ex cancelliera si è espressa nell’ambito di una lunga intervista pubblica andata in onda anche in tv e concessa al giornalista dello Spiegel Alexander Osang, sul palco del noto teatro Berliner Ensemble. A organizzare la serata è stata la casa editrice Aufbau-Verlag, che ha recentemente pubblicato “Was also ist mein Land” (“Cos’è allora il mio Paese?”), libro che contiene proprio tre discorsi di Angela Merkel. Com’era prevedibile, però, più che del libro si è parlato di Ucraina, di Russia e delle accuse di eccessive indulgenza verso Putin mosse, in questi mesi, a questa protagonista indiscussa della politica tedesca.


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A tirare per prima in ballo l’Ucraina, davanti a una platea piena di giornalisti, mentre fuori dal teatro anche cittadini comuni cercavano biglietti ormai esauriti e si scattavano foto davanti ai poster di quella che è ormai un’icona pop, è stata proprio Angela Merkel.

Alla semplice domanda: “Come sta?”, Merkel ha infatti replicato: “Io sto bene, ma come molti altri a volte sono depressa, in questi giorni”. Il motivo è ovviamente la guerra scatenata dall’invasione russa del 24 febbraio, data di cui l’ex cancelliera ha parlato come come di una “cesura” che la preoccupa molto.

Zelenskyy
President Of Ukraine from Україна, PDM-owner, via Wikimedia Commons

L’ex cancelliera: condanna totale dell’invasione, rispetto per Zelensky

Angela Merkel ha definito l’invasione russa dell’Ucraina “brutale” e “una violazione del diritto internazionale per la quale non ci sono scuse“, oltre che “un grande errore”, anche per la Russia. Oltre a questo, ha dichiarato di avere “il massimo rispetto” per Zelensky e di essere impressionata dal “coraggio e dalla passione” con cui gli ucraini stanno combattendo per il loro Paese. Ha inoltre aggiunto che oggi non inviterebbe più a cena Anna Netrebko, la cantante lirica russa e sostenitrice di Putin con cui la Staatsoper di Berlino ha interrotto la collaborazione, dopo averle chiesto, invano, di dissociarsi dall’invasione. Angela Merkel ha infine rivelato che nei negoziati passati il suo cuore “ha sempre battuto per l’Ucraina”.

Per quanto riguarda l’accusa di aver “dialogato troppo” con Putin, l’ex cancelliera ha ribadito che con il presidente russo voleva e doveva parlare e ha definito la Russia “un Paese grande e importante”, con cui non si può non interagire. “Esistono” ha sintetizzato, dando prova di quel pragmatismo certosino che è stato una costante della sua carriera. Durante il Covid, si erano tuttavia diradati i contatti diretti tra l’ex cancelliera e Putin, diventato “molto più cauto in pandemia”. A questo proposito Merkel si è chiesta se anche questo stato di cose possa aver contribuito all’escalation, insieme ad altri fattori, come il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan.

Anna Netrebko
Anna Netrebko a Vienna, nel 2013. Manfred Werner (Tsui), CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

Merkel non si scusa per aver scelto la diplomazia, ma accetta alcune critiche e sostiene la deterrenza militare

Merkel ha ribadito che da Putin la separa un abisso, che il presidente russo odia la democrazia occidentale, vuole distruggere l’UE perché la vede come un antecedente della Nato, e considera la disintegrazione dell’Unione Sovietica come “la cosa peggiore del XX secolo”. Concetto irricevibile, per una politica cresciuta sotto la dittatura della Germania est e che infatti, sul punto, gli rispose che la fine dell’Unione Sovietica era stata per lei, invece, uno dei momenti più felici della vita.

Merkel ha aggiunto di non aver mai condiviso la convinzione di Putin secondo la quale la Russia sarebbe stata umiliata dall’Occidente e ha ribadito la necessità attuale di rafforzare la deterrenza militare contro Mosca. “È l’unica lingua che Putin capisce” ha chiarito. Eppure, questo appello alla deterrenza è stato accolto con perplessità da chi ritiene che Merkel, con la Russia, sia stata sin troppo morbida, quando era al potere.

Le mani di Angela Merkel. Di Armin Linnartz – cropped version of File:AM Juli 2010 – 3zu4.jpg, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28167220

Alle accuse di eccessiva indulgenza verso Putin, l’ex cancelliera ha risposto di non doversi scusare di nulla e di non essere mai stata “ingenua”, ma di aver percorso, ove possibile, la strada della diplomazia. Ha però accettato alcune critiche.

Ha ammesso ad esempio che l’annessione della Crimea da parte della Russia, nel 2014, “avrebbe potuto essere affrontata con maggiore durezza”. Tuttavia ha ribadito che è stato comunque fatto il possibile e ha ricordato, a questo proposito, l’esclusione della Russia dal G8 e la decisione della Nato di portare al 2% il PIL destinato alla difesa dei Paesi membri. Tanto per restare sul tema della deterrenza militare.

Merkel e Putin nel 2006.

La questione Nato e la scelta del pragmatismo

A proposito della Nato, Merkel ha difeso la sua opposizione alla possibilità che Ucraina e Georgia potessero aderire al Patto Atlantico, nel 2008. Se ciò fosse accaduto, ha dichiarato Merkel, Putin avrebbe potuto causare “enormi danni in Ucraina”. L’ex cancelliera non pensa che ciò abbia contribuito all’escalation militare e non ritiene di doversi rimproverare di aver tentato troppo poco per frenarla. “Fortunatamente, ho provato a sufficienza. Ed è triste che non ci sia riuscita” ha commentato.

Dagli accordi di Minsk alle preoccupazioni sulla cosiddetta espansione a est della Nato, insomma, la donna che è stata la guida della Germania per 16 anni ha ribadito la sua visione della politica come “arte del possibile” e la sua fiducia nella diplomazia, “anche quando fallisce”. Senza escludere però, anche lo strumento della deterrenza militare e dei relativi investimenti a riguardo.

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La cerimonia di addio di Angela Merkel. 2 dicembre 2021. Credits: EPA-EFE/FILIP SINGER

Merkel ha infine precisato di essere ormai una cancelliera in pensione e di non voler più commentare questioni legate all’attualità. Anche se non è esattamente una cittadina qualunque, ritiene che dare consigli a chi fa politica attiva non sia più il suo compito e si dichiara soddisfatta della sua nuova vita. Al momento è appena tornata dal Mar Baltico, ha recuperato l’attività fisica e ha scoperto il mondo degli audiolibri.

Non sappiamo se ci saranno altri eventi come quello al Berliner Ensemble, visto il carattere schivo e anti-presenzialista di quella che è stata una delle donne più potenti del pianeta. Di sicuro però, privatamente, è molto probabile che gli attuali protagonisti del nuovo corso della politica tedesca possano avere, più volte, la tentazione di cercarla ancora.

(Fonti: Deutschlandfunk.de, SWR2, die Zeit, Tagesschau, Berliner Zeitung)

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