L’aeroporto “segreto” di Gatow: da qui partivano i piloti del Reich

Foto di Stefano Comi
Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)

Fin dalle origini l’aeroporto di Gatow è avvolto dal mistero, protetto dai segreti di Stato, lontano da occhi indiscreti, fuori dalla rete cittadina e interregionale del traffico. Gli accordi di Versailles alla fine della prima guerra mondiale avevano stabilito che la Germania dovesse avere un massimo di centomila soldati e escludevano in modo categorico la formazione di un corpo d’aviazione. Un accordo che non poteva essere mantenuto dal partito nazionalsocialista arrivato al potere assoluto e intento a preparare la guerra contro l’Europa intera.

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La finta “città del cinema”, che addestrerà migliaia di piloti

Camuffati da aeroporti sportivi, per il trasporto di merci, stazioni meteorologiche, di sostegno all’agricoltura e altri impieghi di fantasia, nel 1934 erano ben sessanta gli aeroporti segretamente controllati dalla Luftwaffe. Bisognava ora addestrare i piloti che, al momento opportuno, dovevano essere in grado di prendere posto sui temibili Stukas e Messerschmitt. All’estrema periferia di Berlino fra le comunità di Gatow e Kladow sulle rive del fiume Havel, esisteva già un piccolo club di volo a vela riservato ai benestanti che lasciavano il rumore e lo stress della città per impiegare qui il tempo libero nel fine settimana.

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E qui il comune di Berlino metterà in vendita una vasta area edificabile che gli emissari di Göring si affretteranno ad acquistare. Al comparire di scavatrici, gru, baracche per quattromila operai, lo Spandauer Zeitung pubblicherà un articolo che annuncia la costruzione di una nuova città del cinema. Nessuno fa domande imbarazzanti, non sono necessarie complicate risposte. Degli edifici necessari all’attività degli istruttori, degli aspiranti piloti, al controllo del volo, alla ricerca militare, all’attività di spionaggio e contro-spionaggio, non esistono piani, non è noto quali architetti abbiano firmato i progetti né quali ditte siano state coinvolte alla realizzazione dell’impianto.

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Le autorità locali, comune, uffici tecnici, proprietari dei terreni confinanti, enti per il controllo delle attività edilizie, vengono tenuti completamente all’oscuro delle finalità del progetto e non vengono coinvolti in nessuna fase dei lavori. Il numero degli ufficiali della Luftwaffe qui istruiti cresce da 500 nel 1934 a 12.000 all’inizio della guerra nel 1939 e raggiungerà il numero di 78.000 nel 1944.

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L’aeroporto di Gatow dopo la guerra, dalle truppe russe a quelle americane

Tutto questo, i primi Messerschmitt a reazione, le Vergeltungswaffen (V1, V2), non basteranno a Hitler e i suoi scherani a realizzare il loro sciagurato progetto. Le truppe sovietiche saranno le prime ad occupare l’aeroporto poi ceduto alla Royal Air Force dopo una difficile trattativa. Gli inglesi monteranno qui una formidabile stazione di spionaggio e ascolto delle comunicazioni radio e telefoniche sovietiche e della ex DDR che farà poi da prototipo per la stazione di Teufelberg. Nomi in codice come Big safari, Operation Hallmark, Mercury Grass, Section Y, Operation Stopwatch, Operation gold, sono il nuovo vocabolario corrente in questo angolo dimenticato della città.

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L’antenna più alta verrà ribattezzata “Pirelli Tower” in onore al grattacielo realizzato in quegli anni a Milano. Insignificanti aerei-scuola autorizzati a sorvolare il corridoio aereo fra Gatow e la Germania-ovest sono muniti di potenti e ben camuffate macchine fotografiche che riforniscono i laboratori di intelligence con migliaia di immagini di caserme, aeroporti, batterie antiaeree dell’Armata Rossa e della Nationale Volksarmee.

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Dalla caduta del muro a oggi

È a Gatow che, in tempi non sospetti, si sperimenta un piccolo ponte aereo con la Germania-ovest (Operation Knicker); un’esperienza fondamentale quando gli alleati organizzeranno il grande ponte aereo dopo che le truppe sovietiche avevano bloccato tutti gli accessi alla città. La caduta del muro la notte del 9 Novembre 1989 cambia di nuovo il destino di Gatow: la Royal Air Force consegna l’aeroporto alla Bundeswehr che ne fa un museo. Sulla pista e all’interno dell’Hangar 3 è possibile ammirare rarità come il primo Messerschmitt a reazione, un esemplare della V 1, un Rosinenbomber australiano protagonista del ponte aereo, un rarissimo F 104 Starfighter con motore ausiliario per il decollo verticale, batterie antiaeree fra le quali il temuto Patriot, e poi un Tornado, un Transall, il mitico Fiat G-91 buffamente soprannominato “Gina” dai piloti alleati, alcuni Mig sovietici, il Mirage francese, il terribile Phantom, ma anche il Cessna matricola D-EGJB con il quale Mathias Rust, in piena guerra fredda, atterrò sulla piazza rossa.

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Come arrivare a Gatow: Bus X34; 135, entrambi non vicinissimi all’ingresso.
In automobile digitare sul navigatore: Am Flugplatz Gatow 96 14089 Berlin e seguire i cartelli per il parcheggio. Parcheggio, ingresso e ricche pubblicazioni informative sono gratuiti.
Buona passeggiata

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