Ex guardiano delle SS di 101 anni a processo: il pm chiede 5 anni di carcere
Il pubblico ministero ha chiesto 5 anni di carcere per Josef S., di 101 anni, presunto ex guardiano delle SS e imputato in un processo volto ad accertare le sue responsabilità negli eccidi del campo di concentramento di Sachsenhausen.
Sono 3500 le uccisioni rispetto alle quali l’imputato avrebbe fornito il suo contributo. Il verdetto è atteso per il 5 giugno.
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Nella sua arringa, il procuratore capo, Cyrill Klement, ha definito l’imputato un “ingranaggio indispensabile” dell’opera di sterminio portata a termine nel campo. Josef S. è considerato infatti responsabile di concorso in 3500 omicidi. Il pm ha inoltre ricordato come l’uomo abbia fatto carriera, a Sachsenhausen, e sottolineato come la sua triste attività non fosse ineluttabilmente legata a ordini da eseguire, ma volontariamente esercitata e premiata a livello “professionale”.
Il 101enne è comparso davanti al tribunale regionale di Neuruppin, che sta esaminando il caso a Brandeburgo sulla Havel, in una palestra appositamente adattata per il procedimento. A proposito dell’identità dell’imputato, Klement ha dichiarato che “le prove sono inequivocabili e non ci sono dubbi”. In base al materiale presentato, per lo più documenti delle SS, ma anche lettere private, Josef S. non può che essere dunque identificato con il guardiano delle SS che prestò servizio a Sachsenhausen, dalla fine del 1941 al febbraio 1945. Queste le conclusioni della procura.
Josef S. Aveva 21 anni al momento dei fatti
Il fatto che l’imputato non si sia sottratto al processo nonostante l’età avanzata, un recente intervento alla gamba e dopo aver avuto il Covid, è stato considerato con favore dal pubblico ministero. Allo stesso modo, è stata tenuta in considerazione anche la giovane età di Josef S. all’epoca dei reati contestati (21 anni) e il fatto che fosse sotto l’influenza dell’ideologia nazista. Questo però non lo esime dalle aggravanti contestate della crudeltà e dell’elevato numero di persone uccise.
Oltre al semplice totale delle vittime, il procuratore è entrato nello specifico e ha elencato cifre specifiche: 200 prigionieri di guerra sovietici finiti con un colpo alla nuca, 2352 persone malate e uccise in una struttura che veniva spacciata per presidio medico, 566 prigionieri morti per fame, consunzione e freddo e 400 vittime morte nelle camere a gas.
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