Berlino, vietate bandiere russe e ucraine 8 e 9 maggio. Melnyk: “Uno scandalo! Equiparate vittime e carnefici”
In occasione dell’8 e del 9 maggio e delle manifestazioni che si terranno a Berlino in occasione del 77° anniversario della fine della seconda guerra mondiale, la sindaca Franziska Giffey ha vietato non solo le bandiere e i simboli russi, ma anche quelli ucraini. La reazione dell’ambasciatore ucraino Andrij Melnyk, è stata durissima.
Il divieto (qui riportato in forma ufficiale) riguarderà bandiere, ma anche nastri decorativi, uniformi o parti di uniformi, anche se modificate. Saranno ovviamente esentati dal divieto i veterani della seconda guerra mondiale, i diplomatici e i rappresentanti degli Stati direttamente coinvolti nella liberazione della Germania.
Berlino, vietate bandiere russe e ucraine: la furia di Melnyk
In vista dell’8 e del 9 maggio, data in cui a Berlino si celebra la fine della seconda guerra mondiale e la liberazione della città da parte dell’Armata Rossa, la polizia cittadina ha deciso di vietare l’esibizione di simboli che possano in qualche modo collegarsi all’attuale conflitto in corso in Ucraina. Questo per evitare degenerazioni pericolose in quella che è stata definita, dalle forze dell’ordine, una situazione di rischio concreto. Saranno dunque vietate bandiere e simboli russi, ma anche ucraini.
Liebe Regierende Bürgermeisterin @FranziskaGiffey,
diese skandalöse Entscheidung der @polizeiberlin muss WIDERRUFEN werden
“Eine Ohrfeige an die Ukraine & ein Schlag ins Gesicht des ukrainischen Volkes” https://t.co/TYPZ3etwWM pic.twitter.com/bwKDqbDYPd— Andrii Melnyk (@MelnykAndrij) May 6, 2022
A questo provvedimento ha reagito malissimo l’ambasciatore ucraino Andrij Melnyk, che su Twitter si è appellato direttamente alla sindaca di Berlino, Franziska Giffey.
“Cara sindaca Franziska Giffey, questa decisione scandalosa deve essere revocata” ha scritto Melnyk, linkando anche il testo di un suo intervento infuocato sul tema, pubblicato da RND. “Siamo scioccati dal fatto che la polizia abbia vietato simboli ucraini alle celebrazioni dell’8 e del 9 maggio” ribadisce Melnyk nell’intervento, definendo questa scelta come uno schiaffo all’Ucraina e al suo popolo.
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“Scandaloso equiparare carnefici e vittime”
Melnyk definisce inoltre uno “scandalo enorme” il fatto che si vieti la possibilità di esibire pubblicamente la bandiera ucraina nella capitale federale, di fatto equiparandola alla bandiera russa, “sotto la quale vengono commessi costantemente i peggiori crimini di guerra contro i civili ucraini”.
L’ambasciatore ha aggiunto di comprendere le ragioni della polizia e la sua necessità di garantire la sicurezza, ma ha anche sottolineato come questa misura metta sullo stesso piano vittime e carnefici e sia dunque “oltraggiosa” e “politicamente disastrosa”. Molte organizzazioni, intanto, hanno annunciato azioni legali contro i divieti.
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