L’Università di Göttingen ha chiesto all’ex cancelliere Gerhard Schröder di rinunciare alla laurea ad honorem in economia che gli era stata conferita nel 2005.
La ragione della richiesta dell’ateneo, presso il quale lo stesso Schröder ha studiato giurisprudenza dal 1966 al 1974, è la posizione del politico dell’SPD in merito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ritenuta non in linea con i valori dell’università.
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L’Università di Göttingen: “Schröder rinunci alla laurea ad honorem”
Mercoledì, l’università Georg-August di Göttingen ha chiesto formalmente a Gerhard Schröder di rinunciare alla laurea ad honorem in economia, che l’ateneo gli aveva conferito nel 2005 per il suo impegno nella promozione delle scienze naturali quando era ministro presidente della Bassa Sassonia e per l’importante impulso dato, come cancelliere federale, al sulla biotecnologia e le scienze della vita.
L’università, che ha messo in pausa tutte le attività di cooperazione e le transazioni economiche con la Russia, non comprende le scelte dell’ex cancelliere sia in merito alla mancata condanna esplicita dell’invasione, sia in merito alla sua permanenza nelle aziende energetiche russe.
Schröder cerca di chiarire con l’ateneo, ma i suoi argomenti non convincono
“Per l’Università di Göttingen è incomprensibile che l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, un alunno eccezionale e dottore honoris causa della nostra università, anche dopo settimane di guerra e una catastrofe umanitaria sempre più grave in Ucraina, non definisca chiaramente la guerra criminale di aggressione in corso come tale e non sospenda le sue attività nelle aziende russe” ha dichiarato l’ateneo, sottolineando come restare all’interno dell’apparato economico dell’aggressore sia incompatibile con le sue linee guida.
Schröder ha cercato di chiarire la sua posizione con la Georg-August e di spiegare quali siano i suoi sforzi per porre fine alla guerra, ma i colloqui avuti non hanno avuto successo. Per usare le parole dell’università: “Non hanno potuto dissipare le nostre preoccupazioni, anche se accogliamo con favore ogni sforzo per porre fine alla guerra di aggressione, che è contraria al diritto internazionale, il più presto possibile”.
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