“L’Ucraina ha bisogno di ulteriore materiale militare, soprattutto armi pesanti”: lo ha dichiarato la ministra degli esteri tedesca, Annalena Baerbock, nel corso del vertice europeo dei ministri degli esteri che si è tenuto nel Lussemburgo.
L’esponente dei Verdi ha ribadito che “non è il momento delle scuse, ma della creatività e del pragmatismo” e che l’aggressione russa va contenuta fornendo un supporto militare concreto all’Ucraina invasa.
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Armi pesanti all’Ucraina: il sì di Baerbock all’aumento degli aiuti militari
Da Baerbock, dunque, arriva il semaforo verde relativamente all’ipotesi di aumentare di 1,5 miliardi di euro gli aiuti militari dell’UE all’Ucraina. La proposta è stata avanzata dall’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, Josep Borrell, durante il viaggio a Kiev effettuato con la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen.
Secondo Focus, l’Ucraina vorrebbe comprare i veicoli da combattimento per la fanteria “Marder” direttamente dalla Germania e cioè dal produttore Rheinmetall, che ha sede a Düsseldorf. Su questo però frena la presidente della commissione difesa del parlamento tedesco, Marie-Agnes Strack-Zimmermann, che fa notare come, per utilizzare i blindati, l’esercito ucraino debba prima essere addestrato e di come questa soluzione possa dunque creare complicazioni.
La Germania punta sull’Europa per non indebolire la sua stessa difesa?
La posizione di Baerbock e la resistenza di Strack-Zimmermann sui Marder, che trasferiscono sull’intera Unione la responsabilità del sostegno militare all’Ucraina, potrebbero anche considerarsi complementari al bisogno di non intaccare in modo significativo le riserve della Bundeswehr. Recentemente, la ministra della difesa Christine Lambrecht ha infatti dichiarato che attingere ancora dagli arsenali dell’esercito tedesco non è più possibile, senza mettere a rischio la difesa stessa della Germania. Da qui la richiesta di aiuto anche presso i partner europei.
In Lussemburgo, i ministri degli esteri hanno inoltre discusso della possibilità di un embargo petrolifero contro la Russia, invocato da tempo da Ucraina, Polonia e dagli stati baltici.
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