Sparatoria all’università di Heidelberg: le conclusioni sull’attentatore diciottenne

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Si stanno concludendo le indagini sulla sparatoria che a gennaio ha visto un diciottenne uccidere una ragazza di 23 anni e ferirne altri tre all’interno dell’università di Heidelberg, per poi suicidarsi. Giovedì il pubblico ministero ha presentato le conclusioni della procura.

Sparatoria di Heidelberg: cosa sappiamo dell’attentatore

In base a quanto rilevato dagli investigatori, l’esecutore della sparatoria sarebbe un attentatore solitario e senza contatti sociali e con un disturbo narcisistico della personalità. Avrebbe agito da solo, senza complici o istigatori e avrebbe iniziato a pianificare l’atto intorno a dicembre. All’inizio di gennaio ha contattato un venditore privato di armi a Vienna e a metà gennaio ha acquistato tre armi, una delle quali dal succitato rivenditore. Il 24 gennaio ha colpito.


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Il movente: la nebulosa convinzione di aver subito un torto

Non è emerso finora un movente chiaro, ma pare che il ragazzo avesse maturato la convinzione immaginaria di doversi vendicare di un torto subito, rispetto al quale non ci sarebbero però riscontri reali. È plausibile che potesse essersi sentito fondamentalmente incompreso durante il suo primo semestre all’Università di Heidelberg.

Nel 2018 e nel 2019 il diciottenne era stato ricoverato in una struttura psichiatrica a causa di un’ideazione suicidaria in fase acuta. In tali circostanze gli erano stati diagnosticati diversi disturbi, tra cui, appunto, il disturbo narcisistico della personalità.

È stato invece escluso il movente politico, che era stato inizialmente considerato in virtù del fatto che il ragazzo avesse espresso il desiderio di diventare membro sostenitore del movimento di estrema destra Der III. Weg, venendo peraltro rifiutato. Non risultano altri contatti con la scena degli estremisti di destra e dalle indagini non risulta alcuna connessione tra le simpatie del ragazzo per ideologie di estrema destra e l’atto commesso all’università.

Irregolarità nella vendita delle armi: il venditore sotto inchiesta

Secondo la legge austriaca sulle armi, tra la conclusione del contratto di vendita e la consegna effettiva dell’arma si dovrebbe osservare un “periodo di raffreddamento” di tre giorni. Questo non si è verificato nel caso di specie, anche se la legge austriaca non prevede alcuna sanzione, per il mancato rispetto dell’intervallo di tempo prescritto.

Nonostante questo, la procura di Heidelberg sta indagando sul venditore e su un suo dipendente in base al sospetto iniziale di omicidio colposo e lesioni personali colpose. Secondo gli inquirenti, infatti, se in questo caso fosse stato rispettato il “periodo di raffreddamento”, il diciottenne non sarebbe stato in possesso dell’arma nel momento in cui ha dato impulso alla sparatoria e non avrebbe potuto compierla nel modo in cui è avvenuta.

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