Passeggiando nel parco di Sanssouci: il Neues Palais

Foto di Stefano Comi
Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)

Parco di Sanssouci – Neues Palais – Al parco di Sanssouci bisognerebbe andarci quattro volte l’anno. Minimo. E avendo molto tempo a disposizione. Non solo per il parco che si estende per ben 300 ettari dei quali si prendono cura 60 espert* giardinier*, attent* ad ogni particolare delle numerose aiuole, siepi, alberi, prati e delle 230.000 piante che nei mesi estivi fanno da cornice ai viali secondo modelli decorativi storici. Oltre al paesaggio che acquista ad ogni stagione un carattere, un’atmosfera e dei colori propri, è l’incredibile numero di costruzioni dalle più diverse funzioni, riassunto di più stili architettonici, dispersi e nascosti a fare del parco un’attrazione unica nel suo genere.

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Il sogno di Federico Il Grande: un’oasi di pace

Maestose fontane, vialetti solitari, percorsi singolari completano il quadro romantico fortemente voluto da Friedrich II der Goße e completato poi da Friedrich Wilhelm IV. Tutto inizia con il desiderio di Friedrich II di avere una residenza nella quale ritirarsi ad eliminare gli effetti delle fatiche della politica e della guerra, un luogo di pace, favorevole alla conciliazione dello spirito, sans souci… senza preoccupazioni. Il castello in stile rococò con il caratteristico vigneto e gli alberi di fico, venne costruito avendo per modello gli schizzi del monarca stesso che qui passava il suo tempo, soprattutto nei mesi estivi, dedicandosi alla musica, all’arte, alla riflessione e, proprio questa caratteristica, gli procurò il soprannome di “il filosofo di Sanssouci”.

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Nel periodo del suo regno, Friedrich II fece costruire, soprattutto a Potsdam, oltre 300 palazzi, abitazioni, chiese, caserme, monumenti, fra i quali la Porta di Brandeburgo di Potsdam. Ultima, fra le tante, il Neues Palais, all’estremità dei due chilometri del viale principale che attraversa il parco di Sanssouci.

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Le sorti del Neues Palais

La guerra dei sette anni, che aveva visto l’esercito prussiano alleato degli inglesi e del casato di Hannover contro l’Austria, la Russia e la Francia, con la vittoria dei primi aveva determinato l’ascesa del regno a potenza europea. Una ragione per Friedrich per dare inizio alla costruzione di un palazzo che fosse degno e che rappresentasse il nuovo ruolo della famiglia reale. Anche questa volta prese parte attiva alla progettazione di quello che lui stesso chiamò “una fanfaronata”. Contrariamente alla preferenza per lo stile strettamente barocco e rococò delle residenze costruite in precedenza, questa volta si lasciò ispirare dalla scuola dell’italiano Andrea Palladio, noto per la costruzione di numerose ville in stile neoclassico soprattutto nella regione Veneto.

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Oltre alla funzione di rappresentanza e con l’intenzione di fare sfoggio del rango raggiunto fra le potenze europee, il palazzo avrebbe ospitato, da aprile a ottobre, regnanti, principi, membri della famiglia di Friedrich e della regina Elisabeth Christine von Braunschweig- Wolfenbüttel-Bevern, con la quale altrimenti non condivideva né il letto né la residenza. Nel palazzo di trecento stanze, con appartamenti per gli ospiti di mille metri quadri, fantastiche sale decorate da marmi di Carrara e minerali da ogni parte del mondo, dipinti dei maestri dell’epoca, legni pregiati, i balli si alternavano a lussuose feste, ricevimenti, banchetti, il tutto a fare da cornice alla diplomazia, alle alleanze, al consolidamento del potere raggiunto.

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Dalla rivoluzione d’ottobre al dopoguerra

Costruito in tutta fretta fra il 1763 e il 1769, a causa degli alti costi e della difficoltà di reperire in tempo i materiali necessari, nella facciata di 220 metri i mattoni rossi sono solo dipinti e sotto la cupola centrale non c’è alcuna stanza, ma solo le travi che la sostengono. Fu solo Wilhelm II, l’ultimo Kaiser tedesco, a fare del palazzo dal 1888 al 1918 la sua residenza principale dopo averlo dotato di un impianto di corrente elettrica, un poco efficiente impianto di riscaldamento centrale e anche un campo da tennis, sport che la regina Vittoria Augusta praticava con passione.

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Il Kaiser, costretto ad abdicare dopo la rivoluzione di ottobre, lasciò la residenza non senza aver caricato 33 vagoni ferroviari di suppellettili e altri 30 vagoni con quadri, porcellana e argenteria. Le truppe sovietiche, alla fine della seconda guerra mondiale, fecero il resto, saccheggiando ciò che era rimasto e imbrattando i muri con scritte oscene. Pazientemente restaurato negli ultimi anni, il Neues Palais permette ora la visita di alcune fra le sale più interessanti con l’accompagnamento di una guida.

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Come arrivare al Parco: il parco ha numerose entrate, per la più comoda ma con parcheggio a pagamento digitare Zur Historischen Mühle 1, 14469 Potsdam. Con un po’ di pazienza è possibile trovare un parcheggio in prossimità della Friedenskirche digitando Am Grünen Gitter 1, 14469 Potsdam. Buona passeggiata

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