AperturaFuori cittàGuida Germania

Visitare Kloster Zinna: una finestra aperta sul dodicesimo secolo

Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)

Kloster Zinna – Il territorio del Brandeburgo è stato per secoli teatro di scontri, battaglie, rivendicazioni nelle quali furono coinvolte popolazioni, principati, regni di volta in volta diversi. Qui infatti si incontravano i confini mutevoli delle popolazione germaniche provenienti da ovest, il ducato di Sassonia a sud, popolazioni slave e principati polacchi a est, le popolazioni dei Wende e della Pommerania a nord.

Tutto inizia nel dodicesimo secolo

È in questo contesto, a volte confuso e imperscrutabile che, agli inizi del dodicesimo secolo, Wichmann von Seeburg, Arcivescovo di Magdeburgo, intervenne a favore di Alberto detto l’orso, principe del casato degli Ascani, contro le truppe del principe dei Wende, Jaxa von Köpenick, alleato dei Sassoni.

Foto di Stefano Comi

Quale ricompensa per i suoi servigi, Wichmann ebbe in regalo dal principe un vasto territorio in prossimità della cittadina di Jüteborg. Seguendo una strategia consolidata, l’arcivescovo fece venire da Colonia dodici monaci cistercensi guidati da un abbate ai quali destinò i terreni paludosi a nord della cittadina.

Oltre all’esercizio della stretta regola, delle pratiche religiosi, alla bonifica del territorio, il monastero avrebbe infatti svolto la funzione di bastione e casamatta sul campo conteso fra le fazioni in lotta.

Foto di Stefano Comi

Una vita di povertà fino all’arrivo dei soldati, che spazza la quiete dei monaci

L’inizio fu difficile; i monaci vivevano in assoluta povertà, dormivano in una stanza in comune non riscaldata, gran parte della notte era dedicata a lunghe veglie di preghiera e, nelle ore che la regola destinava al lavoro, aiutati da alcuni monaci laici, erano impegnati nella difficile opera di bonifica secondo il principio del ora et labora.

Le attività nei campi strappati alla palude e l’allargamento del monastero erano iniziati da poco, quando i soldati dei Wende, su istigazione dell’alleato sassone, assediarono e saccheggiarono Jüteborg senza risparmiare il monastero poco lontano, l’abbate, secondo le cronache, venne ucciso. Ripristinato l’ordine, l’arcivescovo Alberto II di Magdeburgo, diede ordine di ricostruire il monastero che venne completamente riedificato compresa la chiesa inaugurata nel 1226.

Foto di Stefano Comi

L’età d’oro di Zinna

Con una mossa strategica, il nuovo monastero venne sottomesso alla diretta autorità del Papa, scoraggiando così principi e duchi nemici da un nuovo attacco. Dopo qualche incertezza iniziale, può iniziare così l’età d’oro di Zinna: nel 1285 i monaci possono acquistare la cittadina di Luckenwalde dove costruiscono la chiesa di san Giovanni, della cittadina fanno parte undici villaggi vicini.

Per incrementare il commercio dei propri prodotti vengono aperti dei magazzini a Berlino, Wittemberg, Jütemborg, Strausberg; l’attivitá agricola si estende fino a sud della regione del Barnim, altrimenti sotto il diretto controllo degli Ascani.

Foto di Stefano Comi

Fra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo, i possedimenti dei monaci arrivano a 300 Km2, 39 villaggi, quattordici mulini, una miniera di sale e relative saline, una fabbrica di mattoni e una di pece, quattro grossi greggi di pecore sparsi sul territorio, vigneti e una delle prime tipografie della regione.

Il colpo grosso però, arriva con lo sfruttamento delle miniere di pietra calcarea di Rüdersdorf che arricchiranno il monastero oltre misura. Con il tesoro a disposizione verranno costruiti nuovi edifici, fuse tre campane per la chiesa, installato un prezioso organo, a molti monaci verrà data licenza di frequentare l’esclusivo Bernhardkolleg dell’univerità di Leipzig.


Leggi anche:
Haus der Wannsee Konferenz – un capitolo nero della storia tedesca

Foto di Stefano Comi

La lenta decadenza del monastero

All’apice delle sue fortune e con la scusa della riforma protestante, il monastero viene espropriato dai nuovi padroni del Brandeburgo che possono così sanare i conti in casa propria; all’ultimo minuto l’arcivescovo riuscirà a salvare gran parte dei tesori e della cassa trasferendoli a Magdeburgo.

Quel che segue, nonostante qualche tentativo di utilizzo, è la lenta decadenza economica e anche strutturale del monastero: alla fine del diciottesimo secolo alcuni importanti edifici vengono abbattuti al solo scopo di riutilizzarne i materiali edili per altre costruzioni.

Foto di Stefano Comi

È solo alla fine del secolo scorso che il modesto museo degli anni ’50 è stato completamente ristrutturato e viene riaperta la distilleria che produce un liquore secondo la ricetta originale del sedicesimo secolo. Poco distante è stato aperto un museo con i telai della manifattura voluta da Friedrich II der Große.

Foto di Stefano Comi

Il ristoro: simpatico caffè nel museo tessile con i tavolini fra un telaio e l’altro.

Come arrivare al Monastero Zinna

digitare Bahnhofstraße 1, 14913 Jüterbog. Alla fine della visita consiglio un salto nella vicina Jüteborg con le sue mura, torri, cattedrali medioevali. Buona passeggiata!

P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!

Related Articles

Back to top button