Truffa ai sussidi sociali: 400.000 di Hartz IV ai membri del clan
Chi riceve i sussidi sociali in Germania, normalmente, è soggetto a controlli e rischia conseguenze anche gravi e la revoca degli stessi anche nel caso di reati minori. Questo, almeno, è quello che avviene in teoria: i sussidi, fra cui l’Hartz IV, dipendono dalle effettive necessità e prendono in considerazione gli introiti, la situazione abitativa e quella patrimoniale del beneficiario. Un quadro completamente diverso, tuttavia, è emerso da una serie di indagini della polizia tedesca in Nord Reno-Westfalia, che ha scoperto frodi per centinaia di migliaia di Euro. I membri di un clan malavitoso, infatti, hanno incassato per anni i sussidi sociali destinati alle persone realmente bisognose, pur vivendo in ville principesche e disponendo di enormi capitali.
400.000 di sussidi sociali, in una villa da un milione di Euro
Il caso più eclatante è quello di un clan criminale di Leverkusen, i cui membri hanno ricevuto dallo stato, negli ultimi 6 anni, oltre 400.000 in sussidi sociali, pur vivendo in una lussuosissima villa. L’erede del clan Mahmoud Al-Zein, che risultava nullatenente, ha acquistato un immobile del valore commerciale di circa un milione di Euro, che è stato poi affittato dal padre. Si sospetta che l’intera operazione immobiliare fosse parte di un piano per il riciclaggio di denaro. I sussidi sociali sono stati versati dallo stato anche a copertura dell’affitto. Nonostante la transazione milionaria, l’impiegata che ha seguito il caso non avrebbe notato nulla di sospetto. Nel frattempo, membri del clan avevano presentato richieste per diversi altri sussidi.
A giugno, nel corso di un’indagine sui capi del clan in questione, sono stati perquisiti 31 immobili fra case e locali commerciali. Diverse armi sono state trovate sepolte nel giardino della villa. All’interno della proprietà c’erano anche auto di lusso come Porsche, Ferrari e Mercedes e 290.000 Euro in contanti.
Casi simili di truffe milionarie ai danni del sistema di welfare tedesco si sono verificati anche a Berlino.
Leggi anche:
Aumentare l’Hartz IV di 100 euro: la proposte della leader della Linke
La scappatoia per i truffatori: gli uffici pubblici non incrociano i dati
Come è possibile che una frode su così larga scala sia rimasta invisibile allo Stato per anni? La colpa, stando a una prima analisi del governo, sarebbe della mancata comunicazione fra i centri che raccolgono i diversi dati. Quando si concedono i sussidi sociali come l’Hartz IV o il sussidio di disoccupazione, infatti, le informazioni sulla situazione abitativa e finanziaria vengono fornite dal richiedente e ci si basa sulla presunzione che tali informazioni siano veritiere. I centri per l’impiego confrontano automaticamente i dati ogni trimestre per verificarne la veridicità, ma non li incrociano con i dati in possesso di altri uffici, come per esempio quelli sulle imposte derivanti dalla compravendita di immobili, quelli sulla registrazione dei veicoli o i conti esteri. Questo tipo di controllo incrociato è considerevolmente limitato dalla legge sulla protezione dei dati. Ulteriori controlli sono possibili se vengono segnalate irregolarità, ma non sempre i centri per l’impiego hanno i mezzi per effettuarli tempestivamente.
Kober, FDP: “truffe scandalose, renderemo più agili i controlli”
Il nuovo governo ambisce a porre fine a questo tipo di abuso dello stato sociale, che il portavoce della politica sociale del gruppo parlamentare dell’FDP Pascal Kober ha definito “scandaloso”. Kober ha dichiarato alla testata Focus Online di voler espandere e facilitare lo scambio di dati fra i diversi uffici pubblici, oltre a fornire ai centri per l’impiego più mezzi e più personale per poter effettuare controlli efficaci. Non ci sono, tuttavia, dati certi sui tempi di attuazione di una simile manovra.
Nell’articolo di Focus Online è anche riportato un tweet in cui alcuni uomini ostentano di aver truffato il centro per l’impiego. Nel video un uomo scende da una Mercedes, apre il bagagliaio e mostra gli acquisti appena effettuati in grandi negozi di marca e poi, ridendo con gli altri occupanti del veicolo, inquadra il Job Center davanti al quale il veicolo è parcheggiato, lasciando intendere che tutti coloro che compaiono nel video ricevano i sussidi sociali, pur potendosi permettere uno stile di vita hollywoodiano. Il video termina, fra le risate dei presenti, con un “I love you, Job Center!”
P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!