La notizia della caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre 1989, fece fremere il mondo: era una di quelle cesure storiche rispetto alle quali esiste un “prima” e un “dopo”. A darla per primo – e a capire per primo che la notizia c’era ed era il momento di diffonderla – fu un giornalista italiano, Riccardo Ehrman, corrispondente dell’ANSA dalla DDR.
Erhman si è spento oggi, a 92 anni, a Madrid. Ne ha dato la notizia la moglie Margherita. Il cordoglio abbraccia la stampa italiana tutta, che rende omaggio a un grande giornalista, il cui lavoro ha lasciato un segno indelebile nella storia come a pochi capita di fare.
Riccardo Ehrman: quella frase che cambiò la storia
Quel giorno di novembre, Erhman era uno fra i tanti giornalisti presenti alla conferenza stampa di Günther Schabowski, allora membro del Politbüro di Berlino Est, ma fu l’unico a fare le domande giuste e a comprendere immediatamente la portata delle risposte che Schabowski si lasciò scappare.
La prima domanda di Riccardo Erhman riguardava una nuova legge sui viaggi, alla quale il politico della DDR rispose che i cittadini della Germania Est potevano liberamente attraversare le frontiere senza passaporto. Erhman continuò, chiedendo se valesse anche per Berlino Ovest. Alla risposta positiva di Schabowski, Erhman chiese infine “Da quando?”. Schabowski cercò di mentire, o almeno confuse la risposta intenzionalmente, dicendo che non ne era sicuro, ma supponeva che la disposizione valesse immediatamente. Solo molti anni dopo, nel 2002, lo stesso Schabowski regalò a Erhman il pezzo di carta sul quale aveva appuntato le informazioni per la conferenza stampa e che riportava la dicitura “ab sofort”, ovvero “da subito”.
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Il giornalista simbolo della caduta del Muro
Quella risposta non poteva che significare la fine del Muro di Berlino, ma il resto della stampa non comprese immediatamente la portata di quella notizia colossale. Sta di fatto che, costretto suo malgrado a rispondere alle domande di Riccardo Erhman, Schabowski fece partire l’effetto domino che portò migliaia di persone ad affollarsi presso i varchi di passaggio nel Muro e, poche ore dopo, a fare a pezzi quel simbolo di divisione e di oppressione. Il governo della DDR aveva cercato di ritardare e guidare la diffusione della notizia, per evitare reazioni sproporzionate, ma contenere la marea di berlinesi che si precipitarono al muro si rivelò impossibile.
Oggi diamo l’addio a un maestro del giornalismo italiano, testimone di uno degli episodi più importanti e significativi della nostra storia recente.
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