L’Humboldt Forum rimuove la targa dedicata a Ehrhardt Bödecker. Gli eredi: “decisione giusta, era antisemita”
Il restauro dell’Humboldt Forum è stata una delle operazioni più importanti e pubblicizzate a Berlino negli ultimi anni, nel quadro di una generale ristrutturazione degli edifici storici e delle grandi istituzioni culturali nel cuore della capitale tedesca. Un’impresa di tale portata è stata resa possibile, fra le altre cose, da migliaia di donazioni private. I mecenati che hanno contribuito a finanziare il restauro sono ricordati con targhe commemorative sulla facciata dell’edificio. Di recente, però, uno di questi nomi è stato al centro di una polemica, che ha portato l’Humboldt Forum a decidere di rimuovere la relativa targa. Si tratta di Ehrhardt Bödecker, uno dei donatori che maggiormente hanno contribuito alla ristrutturazione.
Il primo ad avanzare dubbi sul fatto che il nome di Bödecker dovesse essere commemorato sulla facciata dell’Humboldt Forum è stato l’architetto Philipp Oswalt, che dalle pagine del Tagesspiegel ha sottolineato come l’ex banchiere, morto nel 2016 all’età di 91 anni, abbia sostenuto, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, posizioni apertamente antisemite e revisioniste circa la storia della Germania e della seconda guerra mondiale. A rendere particolare questa vicenda, però, è la reazione degli eredi di Bödecker, nello specifico il figlio Andreas e la nuora Elvira Tasbach. Entrambi hanno infatti chiesto, in una lettera aperta alla ministra della cultura Monika Grütters (CDU), al sovrintendente dell’Humboldt Forum, Hartmut Dorgerloh, e al direttore generale dell’associazione Amici dell’Humboldt Forum, Wilhelm von Boddien, di rimuovere la targa che reca il nome di Ehrhardt Bödecker e di sua moglie Anneliese.
Nella lettera si ravvisa l’intenzione di togliere d’impaccio l’istituzione. “Non ci aspettiamo” si legge nel testo “che la Fondazione Humboldt Forum soppesi i successi della vita di un mecenate contro le tesi inaccettabili da lui sostenute al crepuscolo della sua vita”. Gli eredi hanno anche specificato di non essere stati a conoscenza, prima dei rilievi di Oswalt, delle posizioni espresse da Bödecker e di essersi poi documentati indipendentemente sui suoi scritti e sulle conferenze tenute a partire dal 2001, rilevando come effettivamente vi si potessero riscontrare posizioni di estrema destra, oltre che collaborazioni con ambienti politici che propagandano la medesima ideologia.
Nella lettera, Andreas Bödecker ed Elvira Tasbach ricordano anche i meriti del proprio congiunto e i suoi impegni filantropici in altri ambiti, ma si schierano fermamente contro l’antisemitismo e il revisionismo storico, ripudiando senza mezzi termini le dichiarazioni che loro stessi definiscono “nazionaliste, razziste, antisemite e di estrema destra” di Bödecker e si dicono profondamente costernati nel prenderne atto. Fra le altre cose, l’ex banchiere aveva detto che i tedeschi hanno subito “il lavaggio del cervello” dopo la guerra e che la fiducia della nazione in se stessa è stata minata da un “talmudico” imperativo a non dimenticare. Inoltre aveva apertamente difeso l’antisemitismo del Reich.
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Infine, gli eredi di Bödecker ci tengono a riscattare la memoria della moglie di Ehrhardt, Anneliese Bödecker, che si era a sua volta impegnata in progetti filantropici a favore dei bambini della zona di Chernobyl e, più recentemente, dei giovani rifugiati.
Philipp Oswalt ha lodato il coraggio degli eredi di Bödecker nell’esprimersi in toni così netti contro un congiunto, pur esprimendo scetticismo sul fatto che la famiglia del banchiere fosse del tutto ignara delle sue posizioni estremiste. Ha anche dichiarato che Ehrhardt Bödecker non è l’unico fra i donatori che hanno contribuito al restauro dell’Humboldt Forum ad avere sostenuto posizioni inaccettabili. In merito si è espresso von Boddien, la cui associazione ha gestito la raccolta fondi, ha detto di aver rifiutato molte donazioni i cui autori erano evidentemente inaccettabili, ma che non ritiene di dover controllare altre donazioni, poiché in questo caso si applica la “presunzione di innocenza”.
La Fondazione Humboldt Forum non ha ancora chiarito se, a fronte della rimozione della targa, il contributo di Ehrhardt Bödecker sarà o meno restituito alla famiglia.
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