Perché il giorno dell’Unità Tedesca si celebra il 3 ottobre?
Oggi, 3 ottobre, si celebra il Giorno dell’Unità Tedesca (Tag der Deutschen Einheit), che commemora la fine della DDR. Molti di noi sono però abituati ad associare la riunificazione della Germania con la caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre del 1989. Perché il Giorno dell’Unità Tedesca non coincide con quella data? Se vi aspettate una storia lunga e avventurosa, siete destinati a rimanere delusi. Come spesso avviene in Germania, è una storia prevalentemente burocratica, condita con qualche bicchiere di vino.
Dalla caduta del Muro all’Unità Tedesca, passando per la casa si vacanza di Helmut Kohl
Il 1990 è stato un anno complicato per la Germania e, di conseguenza, per il suo cancelliere. Dopo la caduta del Muro, si avviarono i complicati processi di riunificazione del Paese dal punto di vista burocratico, politico, economico. A questo scopo, Helmut Kohl aveva presentato un programma in dieci punti e avviato una serie di incontri internazionali con i capi delle superpotenze dell’epoca, fra i quali, ovviamente il presidente dell’allora Unione Sovietica Mikhail Gorbaciov e il presidente degli Stati Uniti d’America George Bush. La DDR esisteva ancora, in forma di apparato statale con i suoi ministri e le sue istituzioni, ma cozzava contro una realtà europea che non era conciliabile con la sua identità sovietica e la sua economia, passata da insulare e autarchica a parte di un sistema, era prossima al collasso. Il primo ministro era Lothar de Maizière, che aveva succeduto Hans Modrow dopo soli quattro mesi di mandato.
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Elezioni anticipate, per un Paese inesistente
Il 3 agosto 1990, de Maizière si presentò inaspettatamente nella ridente località di Sankt Gilgen, sul lago Wolfgang, in Austria, dove Helmut Kohl stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza. Con lui c’era Günther Krause, politico della CDU che ebbe un ruolo chiave nei negoziati successivi alla caduta del Muro. Il motivo della visita era la pressante crisi economica nella Germania dell’Est, che era sul punto di collassare, nonostante gli aiuti finanziari provenienti dall’ovest. Il gruppo parlamentare di de Maizière era prossimo a una spaccatura insanabile e il primo ministro non vedeva altra soluzione che accelerare il processo di unificazione, spostando la patata bollente dell’economia della DDR a un Bundestag federale che rappresentasse davvero l’unità del Paese. La sua proposta era quella di indire le elezioni per il 14 ottobre, anticipandole rispetto alla data prevista del 2 dicembre.
Kohl raccontò in seguito che quella proposta lo riempì di ottimismo e che la serata si concluse fra brindisi e musica, con Krause intento a suonare il pianoforte, mentre i suoi colleghi cantavano. Certo, le elezioni anticipate avrebbero richiesto un iter lungo e complesso, una modifica della costituzione, previa approvazione dell’SPD, ma era comunque positiva l’idea di spingere sull’acceleratore dell’unità per conservare l’entusiasmo di un cambiamento così epocale. Quello che Kohl non si aspettava era che de Maizière tornasse a Berlino il giorno dopo e comunicasse la data delle nuove elezioni, tanto locali quanto nazionali, prima che l’ex DDR fosse effettivamente una parte del Paese che avrebbe dovuto andare alle urne.
La dissoluzione frettolosa della DDR
A noi, oggi, può sembrare poco più che una formalità, perché siamo abituati a considerare la Germania come un unico Paese, ma in quel momento si parlava di fatto di associare nel voto due nazioni, una delle quali non aveva ancora formalmente accettato la costituzione dell’altra e le cui circoscrizioni non facevano parte del sistema federale coinvolto nel voto.
La soluzione fu trovata in una tormentata seduta della Camera del Popolo della DDR il 23 agosto, quando si decise che la Repubblica Democratica Tedesca si sarebbe dissolta e tutte le entità locali che ne facevano parte sarebbero state annesse alla Repubblica Federale Tedesca nella prima data utile dopo la fine dei negoziati con le potenze vincitrici e con i ministri degli esteri dei Paesi OSCE. Quella data era, appunto, il 3 ottobre.
Il Giorno dell’Unità Tedesca visto dagli italiani
Tutto questo getta forse una luce scarsamente poetica sul Giorno dell’Unità Tedesca, che sembra essere la celebrazione di un processo amministrativo più che di un moto di liberazione – come invece si percepiscono i fatti del 9 novembre. E proprio di questo si lamentano alcuni tedeschi: di una celebrazione che non celebra, che concentra il simbolo del cambiamento sull’elemento apollineo dell’ordine invece che su quello bacchico della rivoluzione e che, quando si tratta di rendere onore a qualsiasi elemento della propria identità non può evitare una certa quantità di imbarazzo e preoccupazione. Stabilire se questo modo di ricordare l’unità sia il più appropriato, ovviamente, non sta a noi, che tedeschi non siamo: da Italiani in Germania, ma ancor più da Europei in Europa, è però importante per noi imparare a conoscere la storia dei nostri amici tedeschi e condividere con loro il cammino verso il futuro di una nazione nella quale la distinzione fra identità dell’est e dell’ovest è ancora percettibile.