Libri, i consigli del Mitte: Gridalo, di Roberto Saviano.
Bentrovati cari lettori del Mitte. Il nuovo appuntamento della nostra rubrica letteraria, il decimo, ci porta tra le pagine di Gridalo, splendido ultimo lavoro di Roberto Saviano.
Un’opera che racchiude un’infinità di ricchezze, difficili da raccontare e tutte da scoprire.
Immaginate un forziere ricolmo dei tesori più grandi: la conoscenza, il coraggio, gli errori, le scelte, le esperienze di vita di numerosi personaggi, quasi tutti realmente esistiti, fatta eccezione per alcune figure che l’autore inserisce per esigenze narrative, ma comunque così realistiche e ben innestate nell’ordito, da quasi non consentire al lettore di distinguerle dalle altre. Ogni storia è uno scrigno. Al suo interno altre preziosissime storie, arricchite da note bibliografiche e approfondimenti a fine capitolo a rendere lo scritto una mappa, proprio come l’autore promette nell’introduzione.
Personaggi più o meno conosciuti, le cui storie di vita hanno dell’incredibile e si innestano temporalmente in periodi storici molto lontani tra loro e geograficamente in aree del pianeta tra le più diverse. Storie probabilmente già note quindi, ma che Saviano ci racconta evidenziandone aspetti nascosti, mettendo in luce dei particolari che le sottraggono alla cronaca per dar loro nuova vita, nuova ragione di essere raccontate.
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Da Ipazia a George Floyd, Roberto Saviano ci esorta a gridare
Partendo da Ipazia e arrivando a George Floyd, passando per Giordano Bruno, Pier Paolo Pasolini, Martin Luther King, Jamal Khashoggi, George Soros, Daphne Caruana Galizia, Gloria Trevisan, Marco Gottardi e molti altri, Saviano racconta frammenti di esistenze assai diverse tra loro, ma accomunate dall’aver intrapreso un viaggio verso la verità, mediante il sabotaggio della demagogia del potere e armate di parole da rivelare, da pronunciare, da gridare. Perché gridare è un diritto, ma anche un dovere, uno strumento potente per sovrastare il silenzio nel quale il male rischia di avere il sopravvento e di ridurre l’umanità all’oppressione totale.
Roberto Saviano si rivolge al lettore direttamente, come se parlasse con se stesso, e lo esorta a gridare, lo spinge all’azione pratica, alla ribellione verso le storture e le ingiustizie, all’indignazione verso l’oppressione dei sentimenti e la negazione dei diritti.
Una lettura che non abbandona mai il suo intento, che si aggrappa al lettore fino alla fine, un’esperienza complessa si trasforma man mano in una “chiamata alla responsabilità”, una vera e propria esortazione a gridare ogni qual volta veniamo chiamati alla lotta, alla conoscenza che spezza l’ignoranza e fende l’oblio. A ulteriore testimonianza di ciò, in coda, dopo il capitolo di chiusura dal titolo emblematico “Consegna” e dopo l’indice, il volume si chiude con diverse pagine bianche, che starà al lettore stesso scrivere e che l’autore avrebbe potuto riempire raccontando la propria di storia, il proprio grido di ribellione e di dolore per le conseguenze che le sue scelte di vita hanno portato nella sua esistenza.
Assolutamente da leggere.
L’Autrice dell’articolo
Maria Mazzocchia è una sociologa e musicista italiana residente a Berlino, batterista e cantante del duo Alternative-Rock I-Taki Maki, nonché autrice del romanzo corale distopico dal titolo “Come tutti gli uomini fanno“, primo classificato del Premio Letterario Metamorfosi 2020 e tra i vincitori del Premio Nazionale Letteratura Italiana Contemporanea 2020 Laura Capone Editore. Lo scritto si ispira alle liriche e alle musiche delle canzoni racchiuse negli ultimi due concept album de I-Taki Maki, A Place to Leave (2018) e Misfit Children (2020). Ogni capitolo porta il nome di una canzone e si apre con il testo della stessa. Da gennaio 2021 collabora con il quotidiano Il Mitte Berlino, intervenendo con contributi sul tema dei diritti umani e curando la rubrica letteraria “Libri – I consigli del Mitte”.
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