Libri, i consigli del Mitte: “Pappagalli verdi. Cronache di un chirurgo di guerra”, di Gino Strada

Bentrovati cari lettori del Mitte. Il nono appuntamento della nostra rubrica letteraria è dedicato alla raccolta di memorie del co-fondatore di Emergency, Gino Strada dal titolo Pappagalli verdi. Cronache di un chirurgo di guerra”.

Un libro difficile, durissimo, di cui vorrei parlarvi iniziando dalla fine, e cioè riportandovi subito uno stralcio della pagina di chiusura che recita: “Nei conflitti di oggi, più del novanta per cento delle vittime sono civili. Migliaia di donne, di bambini, di uomini inermi sono uccisi ogni anno nel mondo. Molti di più sono i feriti e i mutilati. […] Emergency si è impegnata per anni a far sì che il nostro paese mettesse al bando queste armi. Il 22 ottobre 1997 il governo italiano ha approvato la legge n. 374, che impedisce la produzione e il commercio delle mine antiuomo. Ma i 110 milioni di ordigni disseminati in 67 paesi continueranno a ferire, mutilare, uccidere”.

Con queste parole Strada chiude lo scritto in cui si racconta attraverso la condivisione di suoi preziosi quanto dolorosi ricordi, arricchiti da considerazioni generali sulla sua professione di chirurgo e sulla guerra, prive di alcuna retorica, nude e crude, così come le ha masticate e digerite lui stesso.


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La tragedia dei “pappagalli verdi”

In particolar modo, Strada descrive l’ignominia delle mine antiuomo e la meschinità dell’uso che ne viene fatto. Le PFM-1, di produzione sovietica meglio conosciute come pappagalli verdi e massicciamente impiegate nelle operazioni belliche – soprattutto nelle incursioni aeree – degli ultimi decenni, sono di colore verde e caratterizzate da una particolare geometria ad ali che ne favorisce l’atterraggio e la mimetizzazione. Sono conosciute anche come “mine farfalla” e la tragicità della loro efficacia sembra risiedere soprattutto nel loro particolare aspetto: somiglianti a dei giocattoli, attirano purtroppo anche i bambini e mietono vittime di tutte le età e in territori anche molto lontani e diversi tra loro e precisamente Iraq, Pakistan, Ruanda, Afghanistan, Perù, Kurdistan, Etiopia, Angola, Cambogia, ex-Jugoslavia e Gibuti.

pappagalli verdi

Dalla prima pubblicazione del libro, nel 1999, ad oggi, purtroppo, troppo poco è cambiato e numerosi ex teatri di guerra restano territori poveri e pericolosissimi per via della mancata bonifica dei suoli dalle mine antiuomo che, anche a conflitti conclusi, continuano a uccidere e mutilare.

Un testo che davvero tutti dovrebbero leggere, per “approfittare” di un’occasione unica, quella cioè di osservare la crudeltà della guerra e la sua insensatezza attraverso gli occhi di un uomo che la vive tutti i giorni, pur non essendone vittima diretta, che la combatte a colpi di bisturi, sale operatorie e parole di verità.

Ne esiste anche un’edizione speciale per le scuole, destinata alle secondarie di primo grado e al biennio delle secondarie di secondo grado, corredata da un invito alla lettura da parte di Erri De Luca e arricchita da una sezione “Intrecci di lettura” che contiene materiale di approfondimento e suggerimenti per i docenti, a cura delle insegnanti Maura Montecchio e Anna Scotton.

L’Autrice dell’articolo

Maria Mazzocchia è una sociologa e musicista italiana residente a Berlino, batterista e cantante del duo Alternative-Rock I-Taki Maki, nonché autrice del romanzo corale distopico dal titolo “Come tutti gli uomini fanno“, primo classificato del Premio Letterario Metamorfosi 2020 e tra i vincitori del Premio Nazionale Letteratura Italiana Contemporanea 2020 Laura Capone Editore. Lo scritto si ispira alle liriche e alle musiche delle canzoni racchiuse negli ultimi due concept album de I-Taki Maki, A Place to Leave (2018) e Misfit Children (2020). Ogni capitolo porta il nome di una canzone e si apre con il testo della stessa. Da gennaio 2021 collabora con il quotidiano Il Mitte Berlino, intervenendo con contributi sul tema dei diritti umani e curando la rubrica letteraria “Libri – I consigli del Mitte”.