Il 2 ottobre si torna a ballare al Berghain
Il Berghain è un’icona. C’è chi lo ama, chi lo odia, chi non ci ha mai messo piede, chi si vanta di non averci mai messo piede, chi ha provato a metterci piede decine di volte (invano) e chi si vanta di non essere mai stato scartato dalla spietata selezione o addirittura di riuscire a entrare senza fare la fila. Scrivere del Berghain, per un giornale di Berlino, vuol dire prepararsi a commenti che si dividono equamente fra entusiasmo e fastidio. Eppure il fatto che, a partire dal 2 ottobre, chi lo desidera possa tornare a ballare al Berghain è in sé una notizia, perché è in sé un simbolo. Il simbolo della ripresa, della normalizzazione, del “tutto come prima” in una Berlino che come prima non è e non sarà probabilmente mai più.
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Nuovo “criterio di selezione”: per ballare al Berghain bisogna essere vaccinati o guariti
Se la selezione del locale, di per sé, è rigidissima, la riapertura del due ottobre presenterà un nuovo criterio che non ha nulla a che vedere con l’abbigliamento alternativo o con la propensione a chiacchierare troppo mentre si fa la fila. Il celeberrimo club berlinese, infatti, adotta la regola 2G, permettendo l’accesso solo a chi potrà esibire una prova di guarigione dal Covid o un certificato di avvenuta vaccinazione. Il motivo è semplice: un locale come il Berghain ha bisogno di poter sfruttare la propria considerevole capienza per poter generare il necessario profitto dopo ben 19 mesi di chiusura delle sale interne e per farlo deve necessariamente optare per l’opzione 2G. I locali e i ristoranti che si orientano sulla più flessibile 3G – che, come il green pass italiano – prevede anche la possibilità di presentare un test negativo, sono infatti tenuti a ridurre la capienza e a imporre mascherine e distanziamento.
La prima “club night” in quasi due anni
I fan della scena techno berlinese non stanno nella pelle. È vero che il giardino aveva già riaperto quest’estate, ma per i veri affezionati del club più famoso del mondo, il Berghain senza il Panorama Bar non è il vero Berghain. Il prossimo fine settimana, quindi, sarà atteso con trepidazione come l’inizio della vera normalità Berlinese. “Ci vediamo sulla pista da ballo”, recita l’annuncio ufficiale, arrivato dopo che voci e pettegolezzi, per mesi, avevano messo in dubbio la riapertura e perfino la sopravvivenza del locale così come è stato conosciuto fino a questo momento. Certo, durante la pandemia i locali sono stati usati per mostre di arte contemporanea internazionale, ma l’identità di questo spazio post industriale, ricavato da una centrale termoelettrica, è legato a filo doppio alla musica e alla scena del clubbing berlinese.
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