Dopo la disfatta e la precipitosa ritirata dall’Afghanistan, tutte le potenze della NATO devono negoziare un nuovo equilibrio internazionale e decidere come porsi rispetto ai Talebani, nel nuovo ruolo di forza ufficiale alla guida del Paese. Il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas (SPD), dopo un viaggio che lo ha portato nei Paesi confinanti con l’Afghanistan, si è confrontato con i suoi omologhi europei durante un vertice in Slovenia e, all’inizio dei lavori, ha prospettato la possibilità che la Germania riprenda gli aiuti economici all’Afghanistan, interrotti ad agosto, purché il governo talebano si impegni a garantire determinate condizioni.
Leggi anche:
“Aiutare i talebani a determinate condizioni”: la proposta della sinistra tedesca
Aiuti economici all’Afghanistan? Sì, se il governo non è composto da soli talebani
Maas ha specificato che gli aiuti all’Afghanistan dovrebbero essere subordinati alla creazione di un governo composto non da soli Talebani, ma da una pluralità di forze politiche, nonché a una serie di garanzie sul rispetto dei diritti umani e dei diritti delle donne. In merito alla possibilità di ristabilire una presenza diplomatica europea in terra afgana, il dibattito fra i ministri degli esteri non verte tanto sul fatto che ristabilire delle ambasciate costituisca o meno una legittimazione internazionale del regime talebano, ma sulla necessità di mantenere un ponte di comunicazione al fine di non trasformare l’Afghanistan in quello che il ministro austriaco Alexander Schallenberg ha definito “un buco nero della politica di sicurezza”, riferendosi in particolare alle minacce terroristiche. Heiko Maas ha inoltre espresso preoccupazione per il fatto che le frontiere chiuse impediscano ai civili di lasciare l’Afghanistan. Anche per questo, ha dichiarato, è importante parlare con i Talebani.
Leggi anche:
Afghanistan, Merkel critica verso il ritiro U.S.A.: “Hanno creato un effetto domino”
Via libera dagli USA ai versamenti privati
Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno ricominciato a permettere ai privati di inviare denaro in Afghanistan attraverso servizi come Western Union e Moneygram, dopo che entrambe le piattaforme avevano sospeso i pagamenti verso l’Afghanistan in corrispondenza della presa del potere da parte dei Talebani. La ragione per cui queste forme di pagamento sono nuovamente permesse è semplice: una parte della popolazione afgana non riesce ad avere accesso ai propri fondi o semplicemente non ne dispone e per questo dipende da contributi esterni anche solo per l’acquisto di cibo e generi di prima necessità.
P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!