Un avvocato di Berlino è accusato di aver messo in atto una frode milionaria, richiedendo illegalmente oltre 21 milioni di Euro di sovvenzioni per il Covid, a nome di alcune imprese. 16 milioni sarebbero già stati pagati. Giovedì scorso, la polizia ha effettuato controlli in dieci appartamenti e diversi locali commerciali, per un totale di 16 mandati di perquisizione nel corso di ben sette procedure investigative. L’indagine, che è molto complessa e articolata, si riferisce a presunti abusi rispetto ai cosiddetti “aiuti ponte” (Überbrückungshilfe), che le aziende non possono richiedere direttamente, ma per la cui assegnazione è necessaria la richiesta tramite una terza parte qualificata, come appunto un avvocato oppure un commercialista.
Nove imputati per la frode milionaria
A presentare la denuncia che ha fatto scattare le indagini sarebbe stato il Ministero Federale per l’Economia. Gli illeciti sarebbero avvenuti fra il novembre e il dicembre dello scorso anno. Gli imputati sono in tutto nove, i quali avrebbero concorso, insieme all’avvocato collegato agli appartamenti e ai locali commerciali perquisiti, a presentare le domande in maniera fraudolenta, allo scopo di aggiudicarsi milioni di Euro di aiuti ai quali non avevano diritto.
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Nello specifico, si sospetta che l’avvocato abbia mancato ai suoi obblighi di verifica circa la legittimità delle richieste. A destare i sospetti sarebbero state le incongruenze fra le aziende richiedenti e il tipo e le entità degli aiuti richiesti. Le imprese, con la complicità dell’avvocato, avrebbero in sostanza indicato costi aziendali sproporzionati e non veritieri, allo scopo di giustificare le richieste di ingenti somme di denaro dal fondo per gli aiuti Covid.
Alle perquisizioni hanno partecipato la LKA (le Polizia Criminale del Land Berlin), con la sua divisione finanziaria, gli agenti antisommossa di Berlino, gli investigatori fiscali e i principali uffici doganali di Berlino e Potsdam.
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