Merkel al Bundestag: “Trattare con i talebani è necessario, anche se amaro”
Angela Merkel ha riferito al parlamento sulla situazione afghana e sul fallimento della missione internazionale che ha coinvolto anche la Germania. Parlando, tra le altre cose, dalla necessità di trattare con i talebani. Anche se solo a determinate condizioni.
Merkel punta il dito contro governo e forze di sicurezza afghane
Se in precedenza la cancelliera non aveva negato il fallimento della missione internazionale nel Paese, nel suo intervento al Bundestag ha tuttavia puntato il dito anche contro la politica e le forze di sicurezza afghane. Angela Merkel ha infatti dichiarato: “Ci aspettavamo che le forze di sicurezza avrebbero combattuto, dopo la partenza delle forze internazionali. Tuttavia, abbiamo sottovalutato la rapidità mozzafiato con cui hanno rinunciato alla resistenza contro i talebani dopo il ritiro delle truppe”. Un collasso accelerato ancora di più “Dopo che la leadership politica afgana è fuggita dal Paese”.
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La cancelliera, tuttavia, ha anche sottolineato i successi raggiunti nel corso di quasi vent’anni sul territorio. Ha infatti ricordato che “la mortalità infantile è stata dimezzata, il 70% degli afghani ha ora accesso all’acqua potabile e più del 90% all’elettricità”.
Trattare con i talebani: per la cancelliera un'”amara necessità”
Angela Merkel ha dichiarato inoltre che ormai è inevitabile trattare con i talebani, allo scopo di tutelare i progressi faticosamente conseguiti nel Paese fino ad ora. “I talebani sono ormai una realtà in Afghanistan. Questa nuova realtà è amara, ma dobbiamo affrontarla” ha dichiarato la cancelliera, che ha però aggiunto che “tuttavia, non possono e non devono esserci accordi senza condizioni”. E che quindi torna sul tavolo delle trattative la promozione dei diritti fondamentali in Afghanistan.
Evacuazione tardiva degli operatori umanitari: “Facile parlare a posteriori”
Sulle critiche relative al fatto che il governo non abbia ritirato già in primavera gli operatori delle organizzazioni umanitarie tedesche in loco, incluso il personale afghano, Merkel si è difesa dicendo che una procedura simile sarebbe stata giudicata in modi diversi.
“Alcuni l’avrebbero certamente apprezzata come un segno di lungimirante prudenza, mentre altri l’avrebbero giudicata come una forma di abbandono degli afghani, lasciati al loro destino” ha precisato. Giustificando la scelta del governo di restare in termini di cooperazione allo sviluppo e parlando di “aiuti di base molto concreti, dai reparti maternità alla fornitura di acqua ed elettricità”. E aggiungendo che è facile giudicare a posteriori.
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Continuare ad aiutare gli afghani anche dopo il 31 agosto
Fino a questa mattina, il bilancio delle persone che le forze armate tedesche hanno portato fuori dall’Afghanistan dopo il ritiro delle truppe è di 4.654 unità, secondo il ministero della difesa. L’operazione tuttavia potrebbe terminare entro questo fine settimana, come riportato da diversi media, anche se il ministero della difesa non ha ancora confermato, né smentito la notizia.
La fine ufficiale del ponte aereo con l’Afghanistan, come confermata anche da Biden, è comunque fissata per il 31 agosto. Angela Merkel ha tuttavia dichiarato che questo non significherà che cesseranno gli sforzi internazionali per aiutare gli afghani.
L’appello accorato di Wolfgang Schäuble
“Abbiamo il dovere morale di non abbandonare il popolo” ha aggiunto il presidente del Bundestag, Wolfgang Schäuble (CDU), dichiarando la sua personale prostrazione per quanto sta accadendo in Afghanistan. “La disperazione della gente all’aeroporto di Kabul strappa il cuore. Il loro destino scuote l’immagine che l’Occidente ha di sé” ha dichiarato.
Schäuble ha aggiunto che “In pochi giorni, quello che noi dell’Alleanza abbiamo contribuito a costruire durante due decenni è crollato” e ha avuto un pensiero particolare per le donne, a cui nel frattempo “è stato permesso di imparare a vivere una vita autodeterminata e sicura di sé”.
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