Esplorando gli Hackesche Höfe: il labirinto colorato nel cuore di Berlino

Hackeschen Höfe
Foto di Stefano Comi
Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)

Hackesche Höfe – Che Berlino non sia sempre stata così come la conosciamo oggi è una ovvietà. Già nel 1910 il critico d’arte Karl Scheffler scriveva: “Berlin dazu verdammt: immerfort zu werden und niemals zu sein“. (Berlino condannata ad un continuo divenire e mai ad essere). A cavallo fra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo, preoccupato per il pericolo d’incendio dovuto alla presenza di numerosi fienili attorno al mercato del bestiame su quella che oggi è l’Alexanderplatz, il Principe Friedrich Wilhelm della famiglia Hohenzollern, ordinò che questi fossero trasferiti fuori dalle mura a nord del mercato, quindi fra l’attuale Alexanderplatz, Rosa Luxemburg Platz e Hackescher Markt.

Hackeschen Höfe
Foto di Stefano Comi

Ancora oggi, su qualche piantina di Berlino, si ritrova la dicitura Scheunenviertel, il quartiere dei fienili. Questa attività attirò molti braccianti, lavoratori a giornata, occupati occasionali fruitori di paghe infime e alloggiati in catapecchie affollatissime, tanto che un letto veniva condiviso da più persone che lavoravano a turni alterni; quelli che Karl Marx avrebbe definito il Lumpenproletariat, a maggioranza ebrei poveri e rifugiati francesi. Le cose peggiorarono di molto quando Friedrich Wilhelm I ordinò che gli ebrei berlinesi senza una casa, venissero trasferiti qui, nello Scheunenviertel.

Hackeschen Höfe
Foto di Stefano Comi

La rinascita del “quartiere dei fienili”

L’affollamento, la disoccupazione, la povertà incrementarono il crimine e la prostituzione, tanto che il quartiere godeva di una pessima fama. Allarmato dalla situazione, Friedrich II, detto Friedrich der Große, ordinò al comandante di Berlino, il generale Hans Christoph Graf von Hacke, di rimediare alla situazione con delle nuove costruzioni. L’intuizione del Conte von Hacke fu geniale. Prima fece posto per un mercato, spazioso, aperto, al limite del quartiere. Il mercato è in funzione ancora oggi, ogni sabato sulla piazza che porta il suo nome.

Hackeschen Höfe
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Sul lato opposto costruì una complesso di edifici che comprendono ben otto cortili con ingresso sulla Rosenthaler Straße e l’uscita sulla Sophienstraße. Furono i nuovi proprietari a dare al complesso il carattere, allora rivoluzionario, che ancora oggi conservano. Infatti al piano terreno trovarono spazio negozi e magazzini, atelier e teatro, ristoranti e caffè. Il primo piano fu riservato a officine, laboratori, uffici e sopra questi le abitazioni, con servizi igienici individuali e balconi. Il destino dei cortili del Conte von Hacke conobbero vicende alterne.

Hackeschen Höfe
Foto di Stefano Comi

La crisi fra le due guerre

Gravemente colpiti dalla crisi fra le due guerre, persero molto dello splendore e, finiti nella parte est della città divisa, furono abbandonati alla decadenza e al degrado. A stento e grazie all’iniziativa degli inquilini fu possibile conservare le facciate interne di ceramiche colorate. Solo dopo la riunione delle due Germanie i cortili vennero restituiti ai legittimi proprietari e un nuovo acquirente diede il via, nel 1993, in collaborazione con alcuni enti pubblici, al completo restauro.

Hackeschen Höfe
Foto di Stefano Comi

Gli Hackesche Höfe oggi

Il risultato è affascinante e ha richiamato nello Scheunenviertel una miriade di ristoranti e caffè alternati a negozi stravaganti e ad atelier di moda esclusivi, ridando all’intero quartiere il carattere originale della piccola e piccolissima impresa, specialmente nel settore tessile.

Hackeschen Höfe
Foto di Stefano Comi

Siamo a Berlino e non poteva mancare la nota alternativa. Accanto all’ingresso principale degli Hackesche Höfe, dal numero 39 si accede al cortile coloratissimo dove hanno sede un cinema, il Centro Anna Frank e un museo nell’officina dove un tempo trovavano lavoro i ciechi della comunità ebraica. Altri cortili, ristoranti e negozi interessanti nella vicina Sophienstraße, anche se il forno nascosto all’interno del numero 21 non è più un segreto e per trovare posto a uno dei tavolini all’aperto bisogna di frequente fare la fila.

Hackeschen Höfe
Foto di Stefano Comi

Attraversato il cortile della Sophienkirche, si esce sulla Große Hamburger Straße, all’altezza del ginnasio ebraico, contiguo al cimitero e al luogo dove migliaia di ebrei furono ammassati dalla Gestapo in condizioni disumane prima di essere spediti nei campi di sterminio. Certamente una delle cicatrici più profonde di questa città.

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Il ristoro: c’è solo l’imbarazzo della scelta, l’offerta è vastissima. Nonostante questo posso consigliare il piccolo ristorante ESRA nella Rosa Luxemburg Straße 5. Qui trovate la migliore Shawarma della città e, se siete in due, consiglio il piatto misto di tutte le specialità del ristorante a 13 €uro.

Hackeschen Höfe
Foto di Stefano Comi

Come arrivare agli Hackesce Höfe: Semplicissimo, stazione della S-Bahn e Tram Hackescher Markt. In automobile, con un po’ di fortuna trovate un parcheggio nella Diksenstraße.
Buona passeggiata.

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