Continua il dibattito politico sulla quarta ondata, in vista del vertice che la cancelliera Angela Merkel terrà con i ministri-presidenti dei Land tedeschi nella giornata di martedì. Al centro della discussione, il destino dei non vaccinati.
I non vaccinati al centro del dibattito
Sono infatti proprio le possibili restrizioni relative a questa categoria di persone a dividere al momento politica e le autorità sanitarie.
Qualche giorno fa, il ministero della salute ha presentato una strategia finalizzata all’appiattimento della curva dei contagi. Attualmente, e da più di un mese, il numero di nuovi contagi giornalieri è infatti aumentato e l’incidenza su sette giorni per 100 000 abitanti è più che quadruplicata. A questo non corrisponde un incremento della campagna di vaccinazione, che, al contrario, sta subendo un preoccupante rallentamento.
Il ministero della salute: abolire i test gratuiti per i non vaccinati
Tra le proposte contenute nella strategia del ministero, quella che sta facendo più discutere riguarda la possibilità di mettere fine ai test rapidi gratuiti per i non vaccinati per metà ottobre. Una questione che ha creato un acceso dibattito anche all’interno della politica cittadina, visto il rilancio del tema da parte della senatrice all’economia di Berlino, Ramona Pop.
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Si oppone Saskia Esken, leader dell’SPD, che sostiene la parità di trattamento tra persone vaccinate, guarite o testate sulla base della “regola delle 3G” (che sta per Geimpfte, Genesene und Getestete). Ha inoltre dichiarato al Rheinische Post di aver chiesto un tetto massimo per i prezzi, nel caso venissero sospesi i test gratuiti. Questo per evitare che i non vaccinati vengano in qualche modo “strangolati” da cifre senza limite.
Die Linke: “Il ministero della salute avvelena il clima e divide il Paese”
Sulla stessa linea si colloca Dietmar Bartsch, candidato di punta alle elezioni federali e co-leader del gruppo parlamentare del partito di sinistra Die Linke. Anche Bartsch critica infatti il ministero di Jens Spahn e ritiene che stia “avvelenando il clima sociale e dividendo il Paese in due fazioni“, come dichiarato al RedaktionsNetzwerk Deutschland.
Il politico di Die Linke ritiene invece che il governo federale debba aiutare la campagna di vaccinazione in altro modo, portandola ad esempio nella vita quotidiana delle persone con un approccio più intelligente.
Il presidente dell’Associazione medici tedeschi: “La strada è una: diritti per i vaccinati”
Di diverso avviso è il presidente dell’Associazione medici tedeschi, Frank Ulrich Montgomery, il quale pensa invece che i non vaccinati debbano sopportare alcuni svantaggi. Al Rheinische Post, Montgomery ha dichiarato: “L’esempio della Francia mostra che il loro metodo funziona. Lì non si può andare al ristorante o al cinema senza essersi vaccinati”.
Montgomery pensa inoltre che il cosiddetto “sistema degli incentivi” non funzioni. Ritiene che i politici debbano fare di tutto per convincere i non vaccinati a vaccinarsi, ma “senza bonus, birre o bratwurst gratis. Solo diritti per i vaccinati”. Montgomery chiede inoltre test obbligatori per tutti i viaggiatori che tornano in Germania, vaccinati e guariti inclusi.
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Karl Lauterbach: “Il test rapido non basta”
Un altro argomento di cui si discute è il fatto che i test rapidi possano non essere sufficienti. L’esperto sanitario dell’SPD Karl Lauterbach sostiene infatti che “in molti casi abbiano dato un falso risultato negativo” e che dunque le persone non vaccinate debbano sottoporsi a un test PCR, per poter andare al ristorante o partecipare a eventi.
Possibile abbandono del criterio dell’incidenza su sette giorni
Un’altra discussione chiave riguarda la possibilità di abbandonare il criterio dell’incidenza su sette giorni per valutare l’andamento della pandemia.
“Abbiamo bisogno di un nuovo valore che descriva l’attuale incidenza dei contagi e metta in relazione in modo comprensibile incidenza e tasso di vaccinazione” ha dichiarato a Die Welt il sindaco di Brema, Andreas Bovenschulte. Il politico dell’SPD ha precisato che grazie alle vaccinazione il contagio è meno probabile e la malattia contratta meno grave e che questo “deve riflettersi in nuove regole sul Corona”. Concorda il compagno di partito Stephan Weil, che include nella valutazione il monitoraggio delle condizioni del sistema sanitario e delle terapie intensive nello specifico.
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