Nel dibattito sulla campagna vaccinale e sulle modalità di raggiungere l’immunità di gregge, il governo tedesco si è schierato dalla parte degli incentivi per chi si immunizza, piuttosto che dell’obbligo o dei disincentivi per chi non lo fa. La possibilità di introdurre delle restrizioni per chi non non si vaccina, però, resta al centro di un’accesa discussione non solo fra le diverse parti politiche, ma anche all’interno della maggioranza. Il capo della cancelleria Helge Braun (CDU) ha ipotizzato che, in autunno, le persone vaccinate abbiano più libertà.
Alla luce di ciò che si sa sulla Variante Delta e sull’ormai inevitabile quarta ondata, Braun ha suggerito di vietare l’accesso a spazi come i ristoranti, i cinema o gli stadi alle persone non vaccinate. In questo modo, ha dichiarato il capo della cancelleria al quotidiano Bild am Sonntag, si eviterebbe un nuovo lockdown. Il rischio, ha sostenuto, sarebbe troppo alto per permettere l’accesso a queste attività a chi non è immunizzato, anche se presenta un test negativo.
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Tutelare il sistema sanitario e la scuola: le priorità di Braun
La discussione fra favorevoli e contrari alle restrizioni per chi non si vaccina verte principalmente sulla costituzionalità di una misura del genere. Braun sostiene che questo genere di limitazioni non andrebbero a ledere i principi costituzionali, poiché “Lo Stato ha il dovere di proteggere la salute dei suoi cittadini, il che include [l’offerta di] un servizio sanitario che non deve ritardare gli interventi oncologici […] per curare i pazienti Covid. E include la protezione di coloro che non sono vaccinati”.
Braun ha parlato anche del problema delle scuole, che rischiano di diventare hot-spot di contagio, dal momento che i bambini non sono vaccinati. Per questo motivo dovrebbero invece essere vaccinati tutti gli adulti che li circondano: genitori, personale non docente, insegnanti, autisti degli scuolabus e così via. Per le scuole si renderebbe necessario anche l’obbligo della mascherina e un lavoro accurato sul distanziamento all’interno delle aule e sulla corretta ventilazione degli ambienti.
I partiti si spaccano sulle restrizioni per chi non si vaccina
L’esperto di temi sanitari dell’SPD Karl Lauterbach si è schierato fermamente dalla parte di Braun e a favore delle restrizioni, dichiarando alla Süddeutsche Zeitung che non sarà più possibile trattare allo stesso modo le persone vaccinate o guarite e quelle che presentano semplicemente un test negativo. Dello stesso parere anche Robert Habeck, leader dei Verdi, che ha anche suggerito di accelerare la campagna vaccinale creando una comunicazione più efficace, che abbatta le barriere linguistiche e arrivi con efficacia anche a chi no parla il tedesco e normalmente ha scarso accesso all’informazione.
Fermamente contrario alle proposte di Braun è invece il candidato cancelliere della CDU alle prossime elezioni, Armin Laschet, che ha sottolineato, in un’intervista alla ZDF, l’urgenza di ridiscutere questa proposta. “Non credo nella vaccinazione obbligatoria e non credo nel mettere indirettamente sotto pressione la gente per farsi vaccinare. […] In uno stato libero, i diritto non solo appannaggio esclusivo di alcuni gruppi” ha detto. Almeno per il momento, quindi, secondo Laschet sarebbe opportuno puntare sulla persuasione. Altre misure potranno essere discusse in autunno, qualora il tasso di vaccinazione fosse troppo basso. Dello stesso avviso anche il capogruppo parlamentare dell’SPD Rolf Mützenich, che, in un’intervista al Redaktionsnetzwerk Deutschland, ha dichiarato “non si cambia l’atteggiamento degli individui verso il vaccino a suon di minacce”.
Dello stesso avviso il vicepresidente del Bundestag Wolfgang Kubicki (FDP), che ha dichiarato alle testate del Funke-Mediengruppe la propria contrarietà a quella che ha definito “l’introduzione della vaccinazione obbligatoria dalla porta di servizio”, cosa che sarebbe chiaramente incostituzionale. In alternativa e finché i vaccini disponibili proteggono dalle varianti, Kubicki sostiene l’inasprimento degli obblighi di test per chi non si vaccina.
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Crescono i contagi, ma non i ricoveri
Nel frattempo, a cause della Variante Delta, il tasso di infezioni sta aumentando di circa il 60% ogni settimana, con l’incidenza nazionale attualmente intorno a 13,8. A questo ritmo, il livello potrebbe aggirarsi intorno agli 800-850 in autunno, secondo quanto ipotizzato dal ministro della salute Jens Spahn (CDU). Su questo particolare aspetto della pandemia, inoltre, è in corso una discussione parallela, con proposte per non basare eventuali nuove restrizioni solo sull’incidenza, ma piuttosto prendere in considerazione la pressione sul sistema sanitario che, al momento, non sta aumentando di pari passo con l’incidenza. La maggior parte dei casi registrati, infatti, non richiederebbero l’ospedalizzazione.