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Medico siriano sotto processo in Germania: torturò prigionieri civili per Assad

Il medico siriano Alaa M., che dal 2015 vive ed esercita in Germania, andrà a processo con l’accusa di crimini contro l’umanità, per aver torturato e ucciso diversi prigionieri civili negli ospedali militari di Damasco e Homs, fra il 2011 e il 2012. Le vittime erano presunti oppositori del regime di Assad. Gli investigatori della Procura Federale hanno identificato ben 18 capi d’accusa per M., che è stato arrestato nel 2020.

Numerosi testimoni avrebbero identificato nell’ortopedico Alaa M., che ha esercitato per diversi anni in alcune cliniche tedesche, il responsabile di numerosi episodi di maltrattamenti e torture ai danni di prigionieri civili, alcuni dei quali culminati in omicidi.

Fra le altre cose, M. è accusato di aver somministrato intenzionalmente farmaci letali, picchiato con calci, pugni e corpi contundenti un paziente che stava avendo una crisi epilettica, di aver cosparso di alcol e poi incendiato i genitali di un ragazzo di circa 14 anni, di aver percosso i prigionieri su ferite aperte o fratture, di averli colpiti con calci in faccia, di aver dato fuoco a ferite o arti delle sue vittime e di molti altri abusi che rientrano nella definizione del reato di tortura.


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Alaa M. è arrivato in Germania nel 2015, con un visto concesso dall’ambasciata tedesca a Beirut, come appartenente a una categoria professionale considerata “desiderabile”. Ha esercitato in diverse cliniche, fra Göttingen, Hessisch Lichtenau e la località termale di Bad Wildungen, fino all’arresto avvenuto lo scorso anno, dopo che alcuni ex colleghi dell’ospedale militare di Homs lo avevano accusato.

La Procura Federale tedesca si è attivata in seguito alle accuse e dopo la pubblicazione di un reportage congiunto dello Spiegel con Al Jazeera – Qatar sulle accuse di tortura mosse dai parenti delle vittime. Non è la prima volta che in Germania vengono perseguiti crimini contro l’umanità avvenuti durante la guerra in Siria. Fino a questo momento, gli accusati sono stati sia ufficiali del regime di Assad che militanti di Daesh. È però la prima volta che a finire sotto processo è il presunto autore materiale delle torture e non un responsabile collaterale.

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