Gli insulti discriminatori contro ebrei, musulmani, omosessuali e disabili saranno puniti più severamente. All’interno del pacchetto di leggi recentemente approvate durante la “maratona legislativa” al Bundestag c’è anche un provvedimento sull’incitamento all’odio, che estende le norme attualmente in vigore, includendo nelle offese punibili anche l’utilizzo di questo genere di insulti nel contesto di lettere o email non pubbliche.
Incitamento all’odio: tutti gli insulti discriminatori saranno perseguibili
Si rischiano fino a due anni di reclusione e cospicue multe per insulti discriminatori e messaggi di incitamento all’odio, in qualunque modo questi siano espressi o veicolati. A promuovere il provvedimento è stata soprattutto la ministra della giustizia Christine Lambrecht (SPD), in risposta al dibattito, che si protrae ormai da anni, sulla tutela delle minoranze e sui cosiddetti discorsi d’odio.
La scappatoia legale, fino a questo momento, era relativa al carattere pubblico o privato dei messaggi, che rendeva difficile perseguire chi inviava messaggi diretti, per esempio tramite i social, contenenti insulti all’indirizzo della minoranza alla quale il destinatario apparteneva. Rientrano in questa categoria di reati gli insulti islamofobi, omofobi o antisemiti.
Außerdem stufen wir die verhetzende Beleidigung von Jüd:innen, Muslim:innen, von Menschen mit Behinderung oder Homosexuellen zur Straftat herauf. "Hass und Hetze gegen Minderheiten treten wir ohne Wenn und Aber entgegen", sagt @DirkWieseSPD weiter.
— SPD-Fraktion im Bundestag (@spdbt) June 24, 2021
Critiche dalle associazioni lgbtq+: le donne, le persone trans e intersessuali non sono protette
Il nuovo provvedimento è stato accolto con favore dalla maggior parte delle associazioni che tutelano i diritti delle minoranze etniche e religiose e dalle associazioni gay e lesbiche, tuttavia è proprio dal movimento lgbtq+ che arrivano alcune critiche. La testata queer.de ha infatti riportato le dichiarazioni del senatore berlinese per la cultura Klaus Lederer (Die Linke), dell’ex deputato dei Verdi Volker Beck e dell’Associazione Federale delle Persone Trans, che evidenziano come la nuova sezione 192a del codice penale non comprenda nessuna forma di protezione per le persone trans e intersessuali né per le donne.
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Le tutele non sono infatti estese alle identità di genere, ma solo agli orientamenti sessuali. Volker Beck aveva anche avanzato la proposta di estendere la tutela per “identità sessuale”, raccogliendo così in un’unica categoria gli insulti discriminatori contro le donne, contro le persone omo-, bi-, pansessuali e contro quelle trans o intersessuali. Gabriel_Nox Koenig, portavoce dell’Associazione Federale delle Persone Trans ha anche sottolineato come proprio le persone trans, binarie e non binarie, e le donne, sia cisgender che trans, siano fra le più esposte all’odio online e le meno tutelate dal punto di vista legale.