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“Emarginare chi non si vaccina come apartheid”: il governo bavarese si divide sulle vaccinazioni

La campagna vaccinale in Germania sta dando risultati inferiori a quelli sperati, in termini di percentuali di copertura e di fiducia da parte della popolazione. Le cause sono molteplici, ma certamente non giova il fatto che la politica tedesca sia fortemente divisa, non solo fra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno delle coalizioni. D’altra parte, mai come durante la pandemia, la Germania si è scontrata contro i limiti intrinsechi del modello federale, pagando lo scotto dell’autonomia dei singoli parlamenti statali in termini di incertezze e disomogeneità nella gestione di un’emergenza che non ha precedenti nell’Europa post-bellica.
L’ultimo esempio delle divisioni interne in tema di vaccinazioni arriva dal governo bavarese, dove il vicepresidente e ministro degli affari economici Hubert Aiwanger (Votanti Liberi) ha rifiutato il vaccino e si oppone a qualsiasi politica di pressione in tal senso, laddove il presidente Markus Söder (CSU) si è schierato senza mezzi termini dalla parte opposta della barricata.

“Isolamento sociale come l’Apartheid”: ma Söder non ci sta

“Le cose non mi sono ancora abbastanza chiare” ha dichiarato Aiwanger in diverse interviste, fra cui una a Die Welt, difendendo la propria decisione di non vaccinarsi “per il momento”, ma dichiarando di non essere, in linea di principio, un antivaccinista. Aiwanger ha specificato che ritiene necessarie le vaccinazioni per gli anziani e utili le campagne che sono state fatte per immunizzare gli ospiti delle case di riposo. Per le altre fasce d’età, specialmente bambini e adolescenti a fronte delle raccomandazioni della Stiko, il vicepresidente si dichiara a favore di test regolari, mascherine e distanziamenti, ma fortemente contrario a qualsiasi forma di pressione per spingere la popolazione a vaccinarsi.


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Secondo Aiwanger, emarginare il 20-30% della popolazione che ha rifiutato il vaccino e accusarlo di scarso senso civico è un “veleno politico” che genera cesure nel tessuto sociale, isolamento, “apartheid” e spinge i dubbiosi e i timorosi “fra le braccia dei partiti radicali”. In un’altra intervista all’Augsburger Allgemeine ha poi dichiarato che “a ogni cittadino spetta l’ultima parola su ciò che accade al proprio corpo”.

Le critiche di Markus Söder

Markus Söder, che da settimane si esprime con veemenza in favore della vaccinazione su larga scala, non ha apprezzato le dichiarazioni del proprio compagno di coalizione e lo ha aspramente ripreso, dicendo che non comprende le sue ragioni e definendo “inquietante” e inappropriato il paragone con l’apartheid, per il quale, secondo il presidente, Aiwanger avrebbe dovuto scusarsi pubblicamente. A contribuire alle afflizioni di Söder c’è anche il fatto che la Baviera abbia un tasso di vaccinazione inferiore alla media nazionale: 47,9% di immunizzazioni complete, contro il 50.2% registrato a livello federale.

Non è un segreto che l’atteggiamento di Aiwanger sia causa di forti tensioni all’interno del governo bavarese e già il mese scorso Söder aveva fatto pressioni al vicepresidente, chiedendogli ragione della sua scelta. In quell’occasione Aiwanger aveva detto di volersi prendere del tempo per decidere se la vaccinazione fosse la scelta giusta per lui a livello personale.

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