Da oggi certificati digitali di vaccinazione di nuovo disponibili nelle farmacie

certificati digitali di vaccinazione
Amirhosein Sadathoseini, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

Dopo giorni di blocco totale e impossibilità di ottenere dalle farmacie abilitate i certificati digitali di vaccinazione tramite l’app Corona-Warn-App o Covpass, si può riprovare a partire da oggi.

Il Ministero Federale della salute ha infatti dichiarato all’agenzia di stampa dpa che da questa settimana le farmacie riotterranno gradualmente l’accesso al portale del DAV, l’Associazione dei farmacisti tedeschi. E potranno quindi distribuire di nuovo i certificati di vaccinazione.

Alla base del blocco: una falla nel sistema di sicurezza

L’accesso al portale è stato bloccato all’improvviso mercoledì pomeriggio, per un’emergenza legata a una falla nel sistema di sicurezza. Nello specifico era riuscita a registrarsi con un account ospite, e con l’ausilio di documenti falsi, una finta farmacia che aveva subito emesso due certificati di vaccinazione contraffatti. Avvisata, l’Associazione dei farmacisti tedeschi aveva quindi blindato il portale per evitare ulteriori problemi.

Certificati di vaccinazione digitale: al momento abilitati solo i membri del DAV

Al momento, avranno accesso al sistema solo i membri del DAV e l’accesso degli ospiti sarà temporaneamente limitato. L’associazione ribadisce che questo eccesso di scrupolo è motivato dalla necessità di evitare che si moltiplichino “documenti falsificati professionalmente“.


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Gli esperti torcono il naso

Questa spiegazione non convince tuttavia gli esperti informatici. Una ricerca del magazine di settore Watson, infatti, ha mostrato come certificati digitali di vaccinazione tedeschi validi, destinati alla Svizzera, vengano venduti sul dark web a un costo che va dai 150 ai 300 euro, senza che nessuno riesca ad arginare il problema.

In Svizzera, infatti, sono validi anche i certificati generati in Germania e in altri Paesi dell’Unione Europea, senza che neanche la polizia o gli operatori sanitari possano riconoscerli come contraffatti.

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