Germania: la cassa integrazione sarà estesa fino a settembre

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Hubertus Heil. SPD in Niedersachsen, CC BY 2.0 , via Wikimedia Commons

La cassa integrazione sarà estesa fino alla fine di settembre, lo ha dichiarato il ministro del lavoro Hubertus Heil (SPD) in un’intervista al Redaktionsnetzwerk Deutschland. Nel programma di aiuti alle imprese e ai lavoratori che il governo federale ha approvato e aggiornato più volte nel corso dell’ultimo anno e mezzo, ovviamente, c’è e continuerà a esserci l’indennità di cassa integrazione. L’ultimo aggiornamento prevedeva che i contributi per le ore di lavoro perse venissero coperti interamente dallo stato fino al 30 giugno del 2021. Tale indennità sarà estesa di tre mesi rispetto a quanto inizialmente preventivato, ma il ministro si è dichiarato disposto a considerare anche ulteriori prolungamenti, se la situazione lo richiederà.


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Inoltre, le aziende possono richiedere la cassa integrazione se ad averne bisogno è il 10% dei dipendenti e non più a partire da un terzo della forza lavoro, come avviene di solito per questa indennità.

La cassa integrazione rappresenta una spesa non indifferente per lo stato – si parla di circa 2,6 miliardi di Euro in più per quest’ultima estensione – ma la disoccupazione, ha continuato il ministro, “ha un costo molto più alto per la società”. Senza queste misure di supporto, infatti, moltissime aziende sarebbero costrette a licenziare una parte dei dipendenti per l’impossibilità di mantenere un volume d’affari sufficiente a supportare tutta la propria forza lavoro. I licenziamenti si tradurrebbero, almeno in parte, in costi a carico del welfare tedesco, sotto forma di sussidi. Per questo un mercato del lavoro il più possibile sano rappresenta comunque un risparmio per lo Stato, anche a fronte di una spesa importante come quella preventivata per l’estensione della cassa integrazione.

Scettici rispetto a questa decisione del ministro Heil i rappresentanti della BDA (Deutschen Arbeitgeberverbände, ovvero l’associazione tedesca dei datori di lavoro), che si erano invece espressi a favore di una riduzione del contributo statale alla cassa integrazione. A questo proposito, il ministro ha dichiarato di essere più interessato ad accogliere le istanze delle tante aziende che hanno il polso della situazione, che hanno sofferto la crisi e che non saprebbero come pagare i dipendenti senza il supporto dello Stato.

Fonte: Redaktionsnetzwerk Deutschland