A febbraio, la candidatura al parlamento di Tareq Alaows con i Verdi aveva fatto discutere: si trattava del primo siriano a proporsi per un seggio al Bundestag e la sua storia era stata accolta come un esempio di integrazione in tutta Europa. La settimana scorsa, tuttavia, Alaows ha interrotto la campagna elettorale e dichiarato l’intenzione di ritirare la propria candidatura. A spingerlo in questa direzione sarebbero stati gli attacchi razzisti e le minacce di morte ricevuti nelle ultime settimane.
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Alaows, che è fuggito dalla Siria sei anni fa, era stato candidato dai Verdi nel distretto di Oberhausen, nel Nord Reno-Westfalia. La sua campagna si concentrava soprattutto sui temi legati all’accoglienza e ai rifugiati, con aspre critiche al modo in cui l’Europa ha gestito la relativa emergenza umanitaria e alle politiche di integrazione tedesche. Le critiche, provenienti soprattutto da destra, si erano concentrate sulle sue origini: se Alaows non era soddisfatto della Germania, sostenevano i suoi detrattori, avrebbe fatto meglio a tornare in Siria.
Gli attacchi più veementi, tuttavia, Alaows li ha ricevuti online, specialmente sui social media. Nelle ultime settimane, dopo aver ricevuto minacce di morte dirette tanto a lui quanto alla sua famiglia in Siria, il candidato dei Verdi ha quindi deciso di ritirarsi dalla corsa al Bundestag e di abbandonare il partito e la politica. Le minacce, tutte a sfondo razzista, proverrebbero da account vicini agli ambienti di estrema destra.
In un tweet, il ministro degli esteri Heiko Maas (SPD) ha invitato alla solidarietà con l’ormai ex-candidato dei Verdi e avuto parole durissime contro gli attacchi razzisti ricevuti da Alaows, che ha definito “[un fatto] patetico per la nostra democrazia”.
Tareq Alaows war der erste aus Syrien Geflüchtete, der für den BT kandidierte.
Es ist erbärmlich für unsere Demokratie,dass dies an Bedrohungen & Rassismus scheitert.
Solidarität mit ihm & allen,die sich ehrenamtlich engagieren und angefeindet werden!
https://t.co/oZDjgasoQh— Heiko Maas 🇪🇺 (@HeikoMaas) March 30, 2021
Sullo stesso tono anche le dichiarazioni via social della capogruppo parlamentare dei verdi Katrin Göring-Eckardt, che ha invitato a “opporsi al razzismo in modo sempre più efficace”. L’hashtag #SolidaritätMitTareq, lanciato dal deputato dei Verdi Erik Marquardt, è arrivato rapidamente al primo posto fra le tendenze in Germania, rivelando un ampio supporto per Alaows, il quale però si è astenuto dal rilasciare dichiarazioni e si è limitato a ringraziare tutti coloro che lo hanno sostenuto, la squadra che lo ha aiutato a gestire la campagna elettorale e la società civile.
.@Tareq_Alaows zieht seine Bundestagskandidatur aufgrund rassistischer Anfeindungen und der Bedrohungslage für seine Familie zurück. Das macht nicht nur traurig, sondern wütend. Schaffen wir es auf Twitter ein Signal der Solidarität zu senden? Hashtag: #SolidaritätMitTareq
— Erik Marquardt (@ErikMarquardt) March 30, 2021
Pochi i commenti di segno opposto. Fra questi il parlamentare europeo di AfD Bernhard Zimniok, che ha definito il ritiro di Alaows “Meraviglioso”, le accuse di razzismo “non comprovate” e ha sostenuto che Alaows non potesse comunque candidarsi legittimamente al Bundestag perché non ancora cittadino tedesco.
Laut #Spiegel besitzt Hr. Tareq nach wie vor nicht die 🇩🇪 Staatsbürgerschaft, dürfte also sowieso nicht kandidieren. Da zaubert man fix #Rassismus-Vorwürfe aus dem Hut, die nicht belegt werden, um in der Blase der #Gruenen eine #SolidaritätMitTareq zu erschwindeln. Herrlich.
— Bernhard Zimniok (@BernhardZimniok) March 30, 2021