Avete mai visitato la Gemäldegalerie di Berlino? Si tratta di uno dei musei più popolari della città, la cui collezione permanente comprende capolavori di Giotto, Caravaggio, Dürer e molti altri. Quello che potreste non avere notato, nell’esplorarne le sale, è la quasi completa assenza di opere dipinte da donne. Le cose non vanno meglio all’Hamburger Bahnhof, dove le opere realizzate da donne sono solo tre. Si tratta di un problema diffuso e dibattuto da tempo: le donne nell’arte sembrano trovare posto solo come muse e modelle e nei contesti ultra-indipendenti, ma nei templi dell’arte “ufficiale” il loro ruolo attivo è per lo più ignorato. Per questo, a partire dalle 14:00 di oggi, la piazzetta di fronte alla Gemäldegalerie sarà occupata da un gruppo di 49 artiste aderenti all’iniziativa “Fair Share”, che chiede visibilità per le donne nell’arte.
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“Fair Share” riunisce singole artiste e associazioni femminili che operano nel campo dell’arte in Germania e ha iniziato a farsi conoscere con un’iniziativa simile l’8 marzo dell’anno scorso. Nonostante il moltiplicarsi di questo tipo di manifestazioni, tuttavia, la presenza delle donne nell’arte a livello “istituzionale” è ancora molto ridotta. D’altra parte basta pensare che in Germania, fino a un secolo fa, le donne non potevano iscriversi all’Accademia d’Arte e che, in generale, prima del XX secolo era quasi inaudito che una donna perseguisse la carriera artistica. Il primo nome che viene alla mente, se si cerca di immaginare un’artista attiva prima del ‘900, è con ogni probabilità quello di Artemisia Gentileschi – forse più famosa per le drammatiche vicende della sua vita privata che non per le sue opere. Già più raro che qualcuno si ricordi che durante il Rinascimento, in Italia, operava Sofonisba Anguissola e che del movimento impressionista ha fatto parte Berthe Morisot.
In ambito accademico le cose non vanno meglio: l’82% delle cattedre di studi artistici è occupato da uomini. Le donne nell’arte, nonostante una parità formale che ha eliminato tutti i blocchi espliciti e istituzionali, faticano a ottenere visibilità.
Proprio per questo, nel corso della manifestazione di oggi l’attrice Sarah Sommerfeldt leggerà i nomi di 500 artiste, per ricordare che le donne nell’arte esistono e sono rilevanti e che scegliere di dar loro visibilità o meno è un atto indiscutibilmente politico.
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per garantire la sicurezza di tutte le partecipanti ed evitare assembramenti, a differenza degli scorsi anni, non sono stati effettuati inviti ufficiali alla manifestazione. Le 49 donne che parteciperanno all’iniziativa si terranno a una distanza di due metri l’una dall’altra, indossando una maschera rosa. La piazza antistante la Gemäldegalerie è stata scelta anche perché permette di mantenere il distanziamento sociale.
“Fair Share” chiede visibilità per le donne nell’arte, ma soprattutto azioni concrete: più mostre dedicate alle artiste, più risorse per i programmi di sostegno dedicati alle artiste professioniste con figli, un trattamento economico paritario (le donne nell’arte guadagnano in media il 31% in meno degli uomini). La brochure ufficiale dell’iniziativa può essere scaricata qui.