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Gli scienziati chiedono una strategia no-Covid: il sindaco di Berlino non è d’accordo

Il sindaco di Berlino, Michael Müller, contesta la posizione dei principali scienziati tedeschi che vedono in una cosiddetta “strategia no-Covid” l’unico modo per risolvere definitivamente la crisi del Coronavirus.

Müller in disaccordo con gli scienziati tedeschi

“Aprire solo da un’incidenza di 10 nuovi contagi per 100.000 abitanti in una settimana, come richiesto dagli scienziati, sarebbe l’obiettivo giusto dal punto di vista sanitario, ma questo purtroppo è un obiettivo a lungo termine e molto difficile da raggiungere” ha dichiarato Müller al quotidiano tedesco Tagesspiegel. Ha inoltre aggiunto che seguire questa strada potrebbe produrre conseguenze fatali per i settori sociali, l’istruzione e l’economia.

Anche Müller dichiara di voler raggiungere l’incidenza 10, ma di non volerlo fare attraverso il lockdown che stiamo sperimentando. L’alternativa proposta dal sindaco di Berlino è quella di un cauto allentamento, per evitare le conseguenze di restrizioni troppo rigide a tutti i livelli della vita sociale.


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Il “cauto allentamento” del sindaco di Berlino

In vista del prossimo vertice tra governo federale e Land sulle misure di contenimento del virus, Müller ci tiene a sottolineare di voler andare nella direzione di quelle scelte di graduale allentamento che, a Berlino, hanno recentemente riguardato i parrucchieri e le scuole.
Secondo il sindaco, il terzo passo in questo senso dovrebbe essere legato all’incidenza 35 o all’aumento dell’uso dei test, senza tralasciare la vendita al dettaglio e la cultura. “Non possiamo vivere permanentemente in isolamento” ha rilanciato.


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Scarsità dei vaccini e varianti del virus: un binomio rischioso

Un ruolo fondamentale dovrà ovviamente essere giocato dai vaccini. “Ora abbiamo i vaccini, e dobbiamo mettere tutta la nostra energia nell’usarli per proteggere la salute delle persone” ha dichiarato Müller, anche se le vaccinazioni, in Germania e a Berlino, procedono lentamente e non esattamente come ci si sarebbe aspettati.

Lo stesso Müller ha inoltre espresso preoccupazione in relazione alle cosiddette varianti del virus, che tendono a innescare escalation di contagio più rapide mentre il vaccino ancora non è in grado di coprire il fabbisogno cittadino. Per questo riconosce che indubbiamente eventuali scelte di apertura debbano essere valutate con grande attenzioni.


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Le proposte del sindaco di Berlino

Per quanto riguarda proposte più concrete e circoscritte, legate alla sopravvivenza dell’economia, Müller ha ipotizzato, ad esempio, delle facilitazioni per la ristorazione all’aperto. “Il tempo sta migliorando” ha dichiarato, “la gente si siede all’aperto, sulle panchine e sulle scale, e beve il caffè, per esempio. Non posso certo proibire a un ristoratore di praticare la sua attività, se si rispettano  rispetta il distanziamento”.

Ma il sindaco di Berlino ha idee precise anche per quanto riguarda l’allentamento delle restrizioni relative ai contatti. “Non è un bene per le stesse regole che imponiamo, se la maggioranza le considera completamente impraticabili e senza senso”.


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Discorso sensato o dichiarazioni imprudenti?

Ma Müller parla davvero a nome della maggior parte dei berlinesi? Dall’inizio dell’epidemia, il sindaco di Berlino, non è un segreto, è sempre stato molto preoccupato dalle conseguenze delle restrizioni sull’economia e sulla vita sociale, cosa di per sé legittima. Di diverso avviso sono stati però altri politici, Merkel in primis, che invece hanno visto nella sicurezza sanitaria un obiettivo prioritario per poter garantire l’uscita dal tunnel del corona, anche dell’economia. Senza contare il fatto che gli scienziati siamo tutti fermi nell’indicare nel rigore delle restrizioni, al momento e con gli strumenti diagnostici e vaccinali di cui possiamo usufruire, l’unica strada praticabile.

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