Anche un tedesco fra i diplomatici espulsi dalla Russia. Maas minaccia reazioni

DAVOS-KLOSTERS/SWITZERLAND, 28JAN09 - Vladimir Putin, Prime Minister of the Russian Federation captured during the 'Opening Plenary of the World Economic Forum Annual Meeting 2009' at the Annual Meeting 2009 of the World Economic Forum in Davos, Switzerland, January 28, 2009. Copyright by World Economic Forum swiss-image.ch/Photo by Remy Steinegger

Il ministero degli esteri tedesco ha convocato con urgenza l’ambasciatore russo a Berlino, Sergei Jurjewitsch Netschajew, per riferire sull’espulsione di alcuni diplomatici europei, fra i quali anche un tedesco, dalla Federazione Russa, dichiarati “indesiderabili” a seguito della loro presunta partecipazione a manifestazioni non autorizzate e attività “incompatibili con il loro status di diplomatici stranieri”. Nonostante nel documento che accompagna l’espulsione non se ne faccia menzione esplicita, appare chiaro che le manifestazioni in questione siano le proteste che da giorni agitano la Russia a seguito dell’arresto e della condanna di Alexei Navalny, l’oppositore di Putin sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento, curato in Germania e di recente rientrato a Mosca. Alcuni diplomatici erano anche presenti in tribunale al momento della condanna di Navalny a due anni e mezzo di detenzione in una colonia penale.


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A essere espulsi sono stati alcuni diplomatici che lavoravano per le ambasciate di Svezia, Polonia e Germania. La cancelliera Angela Merkel ha definito “ingiustificata” la scelta di Mosca e ha sottolineato come essa collochi la situazione Russa piuttosto “lontano dallo stato di diritto”. Sulla stessa linea si schierano il ministro degli esteri Heiko Maas (SPD), e il commissario UE per gli affari esteri Josep Borrell, che ha invitato il governo russo a riconsiderare la propria decisione. Maas ha inoltre dichiarato che le espulsioni dei diplomatici in questione contribuiscono a incrinare ulteriormente i rapporti fra Russia ed Europa e ha minacciato ripercussioni, dicendo che il gesto della Federazione Russa “non resterà senza risposta”. Sempre secondo il ministro degli esteri tedesco, il diplomatico in questione stava agendo all’interno dei diritti sanciti dalla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, utilizzando mezzi legali per raccogliere informazioni.

Mosca, dal canto suo, rifiuta quelli che definisce tentativi dell’Unione Europea di interferire nella politica interna del paese. Sono in particolare i rapporti con la Germania ad essere tesi, in particolare dopo il ricovero di Navalny e la conferma inequivocabile, fornita da un laboratorio tedesco, del fatto che le sue condizioni fossero dovute a un tentativo di avvelenamento eseguito con l’agente chimico Novichok. Su questo caso, il governo russo ha ignorato le ripetute richieste di chiarimenti provenienti da Berlino.