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Zetha Asafu-Adjaye, talent manager: quello che aspetta gli artisti in tempi di coronavirus

Zetha Asafu-Adjaye, talent manager: quello che aspetta gli artisti in tempi di coronavirus

di Julius Zukowski-Krebs

Zetha Asafu-Adjaye è una talent manager, nonché la fondatrice dell’agenzia 17/2, che si occupa dell’assistenza a tutto tondo degli artisti, dalle PR alla creazione di sinergie tra marchi, media e talenti. In un periodo così difficile per gli operatori dell’intrattenimento, che purtroppo hanno particolarmente risentito, insieme a tutta l’industria culturale, della crisi del coronavirus, abbiamo cercato di capire insieme a lei quale sia la situazione attuale e quali le prospettive di chi lavora in questo settore.

 

Il coronavirus ha avuto un impatto molto negativo sull’industria culturale in generale. Pensi che il settore dell’entertaiment sia in pericolo?

Non penso che il settore dell’entertainment sia in pericolo, ma direi che sta per affrontare una metamorfosi, sia creativamente che a livello organizzativo e questo potrebbe liberare delle grandi forze.

Prevalentemente lavori con attori, ma in questo momento per loro è quasi impossibile esercitare la professione. Che fanno i tuoi clienti adesso? Come gestiscono questo momento difficile?

Per un attore è sempre possibile lavorare in qualche maniera: se non su un ruolo specifico può sempre lavorare su se stesso. Ci sono sempre dei periodi in cui un attore, oppure i professionisti del cinema in generale, non stanno girando. Questo non esclude che ognuno abbia la possibilità di usare il tempo “libero” per il proprio sviluppo creativo, facendo dei workshop oppure, grazie alla digitalizzazione, anche dei provini e incontri con registi o produttori per mezzo della videotelefonia.

Molti artisti hanno cominciato a performare in rete, per arrivare al loro pubblico. Cos’altro fanno?

Tanti usano il tempo libero per occuparsi di altre passioni come scrivere, fare musica o dipingere. Altri dedicano il loro tempo alla famiglia oppure supportano attività solidali di grandi società, come per esempio la Daimler, che con il suo movimento “Be a mover” organizza dei concerti e delle letture, con attori e musicisti conosciuti, allo scopo di aiutare le persone più colpite dalla pandemia. Questo avviene nel cortile di case di riposo oppure nelle Blindenwohnstätten. Queste attività culturali sono inoltre regolarmente promosse sui social della Daimler (@be_a_mover, @daimler_ag).

Se pensi al futuro ti aspetti dei cambiamenti relativi al tuo settore, ma anche alla tua vita?

Ci aspetteranno certamente dei grandi cambiamenti, soprattutto per poter ottenere regolamenti sanitari sui set e nell’ambito di produzioni televisive e cinematografiche. Sarà un periodo sperimentale e di adattamento. E staremo a vedere come ne usciremo. Del resto, come si dice? “Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”.

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