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La Germania vieta le terapie di conversione degli omosessuali. Sanzioni fino a 30.000 euro e un anno di carcere

La Germania ha approvato una legge che vieta le terapie di conversione delle persone lgbtqi alle persone di età inferiore ai 18 anni. Parliamo di quelle pratiche che si propongono di “curare” omosessuali, transessuali e in generale persone queer, ritenendo il loro modo di essere anormale e malato.
Proprio oggi, trent’anni fa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità eliminava l’omosessualità dall’elenco delle malattie, ma questo non ha impedito a una parte della società, nei successivi decenni, di mettere a punto delle tecniche per cercare di riportare i “devianti” sulla retta via.

“L’omosessualità non è una malattia, e il termine terapia è fuorviante”, ha dichiarato davanti al Bundestag il ministro della sanità Jens Spahn, durante l’iter discussione della legge, in seguito approvata. Da adesso, chi porrà in essere queste pratiche potrà incorrere in sanzioni pecuniarie fino a 30 mila euro e rischiare un anno di carcere.


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Come sottolineato anche in un articolo di Tonia Mastrobuoni, corrispondente da Berlino di Repubblica, La Fondazione Magnus Hirschfeld ha dichiarato che in Germania, purtroppo, si registrano ancora circa 1000-2000 casi di terapie di conversione all’anno, con effetti inevitabilmente negativi sull’equilibrio psichico e sulla vita di coloro che sono sottoposti alle terapie, in molti casi minori trascinati da terzi in contesti non scelti né voluti.

Tutto questo viene messo in atto soprattutto da gruppi religiosi in senso arcaico e negli anni le terapie di conversione hanno incluso elettroshock, ipnosi, preghiere costanti, uso improprio di farmaci e psicoterapia, peraltro senza il riconoscimento di nessuna associazione medica o psichiatrica ufficiale, al fine di ridurre o eliminare negli omosessuali l’attrazione verso persone dello stesso sesso, o convincere chi è affetto da disforia di genere ad accettare il suo corpo biologico.

La legge è stata approvata da tutte le forze politiche tranne i Verdi, la Linke e l’Fdp, che ritengono inammissibile il fatto che il provvedimento vada a tutelare solo le persone minorenni (26 anni il limite proposto dai Verdi, 27 quello proposto dalla Linke), ritenendo che il divieto di queste pratiche debba essere assoluto e giudicando di conseguenza la legge appena approvata troppo blanda.

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