Germania, Corona-Pass: strada percorribile oppure inutile? E la privacy?
Germania, Corona-Pass: strada percorribile oppure inutile? E la privacy?
di Luana Pignato
Anche in Germania aumenta l’impazienza per un ulteriore allentamento delle restrizioni a causa del Coronavirus, affiancata, tuttavia, dalla paura di una seconda grande ondata di infezioni.
Il ministro federale della sanità Jens Spahn ha proposto, come soluzione, il Corona-pass: una carta di immunità per chiunque sia sopravvissuto alla malattia. Questo documento certificherebbe che il titolare ha attraversato la malattia ed è ora immune. Si tratta di una soluzione politica intelligente a un problema urgente? O piuttosto di una mossa antisociale e persino anti-costituzionale? È un problema recentemente dibattuto anche all’interno di un articolo pubblicato dal quotidiano tedesco Die Zeit.
Considerando che la costituzione tedesca è una costituzione completamente liberale, il Corona-pass andrebbe contro la restrizione della libertà, che attualmente costituisce la norma. Da un punto di vista di protezione della privacy, inoltre, sarebbe in forte contraddizione con il diritto fondamentale alla protezione dei dati, anche questo garantito dalla costituzione: per ottenere maggiore libertà, sarà richiesto di rivelare dettagli intimi sul proprio stato di salute.
Ma non solo: dato che al momento non ci sono prove scientifiche attendibili che queste persone siano protette da una seconda infezione, la realizzazione del Corona-pass potrebbe avere l’effetto di aumentare il rischio di ulteriore diffusione.
L’OMS infatti afferma che “A partire dal 24 aprile 2020, nessuno studio ha valutato la presenza di anticorpi contro Sars-CoV-2 nell’uomo che possano conferire l’immunità alla reinfezione da questo virus”.
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